PAROLE PERSE – Epicentrum
Gruppo: | Parole Perse |
Titolo: | Epicentrum |
Anno: | 2017 |
Provenienza: | Svizzera |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 36:50 |
Mi ero un po' perso per strada i Parole Perse (scusate il gioco di… parole!), formazione svizzera già apparsa sulle pagine di Aristocrazia al tempo del primo demo. In seguito a quell'uscita pubblicarono l'EP "My Presence, The Shades", del quale ho recuperato l'ascolto solo nell'ultimo periodo. Adesso li ritroviamo con un nuovo album intitolato "Epicentrum".
L'impatto iniziale con questa nuova creatura è stato decisamente positivo: il ricordo delle influenze degli Opeth e delle sonorità post-rock e post-metal, che mi avevano fatto apprezzare quell'acerbo (ma invitante) frutto sfornato nel 2011, viene riportato prepotentemente a galla tramite una forma più definita e rifinita. Pare innegabile il fatto che sia il modus operandi compositivo che l'imbastitura atmosferica abbiano raggiunto un grado di maturazione più elevato, fornendo quello strato di grigio raffinato che ben si adagia sulle note.
Volendo fare il paragone con un'altra compagine cresciuta con classe, i Parole Perse potrebbero trovare punti di contatto con lo sviluppo ottenuto dai finnici Pressure Points di "False Lights", risultandone una versione meno complessa e più dolciastra, ma non per questo meno affascinante. Qualche differenza? I Nordeuropei inseriscono nell'impasto di base (anch'esso alquanto Opeth nell'animo) suoni psichedelici e progressivi riconducibili al panorama anni Settanta e una matrice death metal più evidente e presente. Gli Elvetici in questione invece preferiscono inoltrarsi in territori musicali più odierni e post-rock e post-metal, generando emozioni dolciastre, intervallate soltanto da sporadici ma opportuni frangenti incattiviti, mantenendo così vivo il dinamismo della loro proposta; ciò avviene, ad esempio, in "Transcend" e "Fission".
"Epicentrum" è per i Parole Perse sinonimo di miglioramento: un lavoro complessivamente ben più che piacevole, composto, eseguito (davvero apprezzabile l'asse ritmico, specialmente Pino dietro le pelli) e prodotto con passione e perizia. Finalmente pare siano inoltre riusciti a catturare l'attenzione di una etichetta particolarmente attiva: pur avendo ricevuto e scritto questa recensione utilizzando una copia autoprodotta inviatami dal cantante e chitarrista Carlo, nei mesi a venire troverete difatti il disco in circolazione con il marchio Sliptrick Records. Non mi rimane altro da fare che suggerirvene l'ascolto e fare un grosso in bocca al lupo alla band!