PELICAN – Nighttime Stories
Il 2019 è stato un anno molto intenso per l’universo post-, dai Russian Circles ai Cult Of Luna, passando per qualche nome emergente come Juseph e Ogmasun. Eppure, forse la notizia più attesa da chi segue questa corrente multiforme è il ritorno dei leggendari Pelican a ben sei anni da Forever Becoming, il disco che sancì l’ingresso ufficiale in formazione del chitarrista Dallas Thomas dopo l’uscita di Laurent Schroeder-Lebec. Da allora, sono accaduti due eventi in particolare che hanno segnato l’esperienza umana dei membri della band: la scomparsa del padre di Thomas e quella di Jody Minnoch, cantante del gruppo hardcore Tusk, in cui suonavano sia Trevor de Brauw che Larry Herweg.
Con Nighttime Stories, i Pelican hanno cercato di mettere in musica la perdita e le riflessioni legate a essa, omaggiando il loro compagno di avventure con la scelta del titolo dell’album e di varie canzoni. L’oscuro artwork è stato affidato ad Aaron Turner, che aveva già collaborato con la band ai tempi delle uscite su Hydra Head Records: una notte fonda in cui scorre il flusso di pensieri che avvolge il libretto e il disco, con le foto del solito Andrew Weiss.
L’apertura “WST” è specificamente dedicata a William Stanley Thomas (padre del chitarrista), un breve brano dal sentore crepuscolare che funziona un po’ da prefazione, una cornice in cui inquadrare il tema dell’album che ci aspetta, scritta però in uno stile diverso. Infatti, a partire da “Midnight And Mescaline”, i Pelican si gettano senza remore in quel vortice di hardcore-metal strumentale che è diventato il loro marchio di fabbrica in quasi vent’anni di carriera, con la mente rivolta all’opera e alla vita di Minnoch. Il peso sonoro dal respiro geologico e monumentale che caratterizza la band fin da capolavori come Australasia e The Fire In Our Throats Will Beckon The Thaw torna con gran forza a più riprese (“Cold Hope” ne è un ottimo esempio), ma in questo disco siamo di fronte a una versione meno planetaria e più interiore della band, nel senso più hardcore del termine.
Nighttime Stories è infatti un’opera dai molteplici strati, che si rivela con sempre maggiore complessità a ogni ascolto, in cui i brani si evolvono e trasformano proprio come pensieri e riflessioni. Si passa da riff spessi come montagne a momenti di calma apparente in cui si osservano leggere increspature sull’acqua, un’alchimia che raggiunge probabilmente il suo apice proprio nel pezzo finale “Full Moon, Black Water”. I Pelican sono tornati con un album che li conferma con ancora maggiore forza tra i progetti più influenti dell’universo post-, proprio nel punto d’incontro tra le sue correnti hardcore e quelle metal.