PIMEÄ METSÄ – No Blood, No Glory
Nome in lingua finlandese, testi in inglese, tematiche e iconografia incentrate sulla mitologia scandinava. Da dove possono arrivare i Pimeä Metsä, se non da… Madrid? Ebbene sì, come ben sappiamo, il metal ha abbattuto da tempo ogni barriera culturale, quindi non c'è da sorprendersi davanti a un gruppo che dall'assolata capitale spagnola racconti di battaglie tra Dei e Vichingi del Nord Europa.
"No Blood, No Glory" è il secondo album della band, edito dall'etichetta italiana WormHoleDeath, dopo "Legacy Of The Heaten North", uscito nel 2013 attraverso canali indipendenti.
Musicalmente parliamo di un viking-folk metal fortemente influenzato dai numi tutelari Ensiferum, Turisas, Eluveitie e Finntroll. I Pimeä Metsä non indulgono però in troppi arzigogoli e arrangiamenti complessi, ma preferiscono puntare su una buona base di solidi e quadrati riff che lasciano inevitabilmente spazio alle classiche melodie del genere. La tastiera e gli strumenti tradizionali ci sono, tuttavia raramente hanno un ruolo preponderante e cedono la scena alle chitarre e alla grintosa ed espressiva voce di Angel Flores, bravo a cambiare registro e a variare le linee vocali.
Nel complesso il disco ha un bel tiro, alternando pezzi più veloci ad altri maggiormente cadenzati, senza però mai raggiungere vette di eccellenza. In "No Blood, No Glory" infatti manca proprio quel guizzo, quella melodia vincente e forse anche un po' di quell'atmosfera epica che ammanta i lavori di questo genere, probabilmente anche a causa di una produzione eccessivamente grezza, che in alcune parti non esalta a dovere gli strumenti di complemento.
Siamo comunque di fronte a un buon album che piacerà agli amanti del filone, a patto di non essere troppo pretenziosi e di perdonare l'atroce copertina.