PLEBEIAN GRANDSTAND – How Hate Is Hard To Define | Aristocrazia Webzine

PLEBEIAN GRANDSTAND – How Hate Is Hard To Define

 
Gruppo: Plebeian Grandstand
Titolo:  How Hate Is Hard To Define
Anno: 2010
Provenienza:  Francia
Etichetta: Throatruiner Records / Basement Apes Industries
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TRACKLIST

  1. Kata Ton Δaimona Eaytoy
  2. Ordo Ab Chao'
  3. Nice Days Are Weak
  4. Mein Kopf Ist Meine Heimat
  5. Easy To Hate / Hard To Define
  6. Pie In The Sky
  7. Don't Expect Much From The World's End
  8. Are You Angry […]
  9. […] Or Boring?
DURATA: 35:46
 

Stacchi lenti e distorti, graffianti. La dissonanza è ciò che caratterizza quella fascia dell'hardcore punk più attaccata al metal. Una batteria che rincorre una voce capace di aggredire, chitarrone sludge/punk e di nuovo stacchi: discordanza.

Dopo alcune canzoni utili per entrare nell'ottica dei Plebeian Grandstand facilitandone la metabolizzazione è chiaramente udibile la loro rabbia contro la debolezza della quotidianità in "Nice Days Are Weak", continuando in un'esplosione stile primi Converge con la rumorosa "Mein Kopf Is Meine Heimat", il punto di forza è sempre l'emotività, il coinvolgimento provocato da apparenti riff e patterns casuali, un urlo devoto alla prima ondata math cavalcata da Botch, dove si erano intuite da subito le influenze nell'esordio "The Vulture's Riot" con la mastodontica "The Form Is An Angel Of Soul" divisa in due parti.

Tornando a questa freschissima uscita, il suono ora si presenta più disordinato e grintoso, la pesantezza dei francesi non ci è nuova dopotutto con esempi post-hardcore come Belle Epoque, Gantz, Mihai Edrisch e gli ultimi Celeste, in fase di registrazione in questi secondi.

Rimbombamenti sludge in una muro di cemento armato mathcore si rendono sempre più amabili in "Easy To Hate / Hard To Define", traccia compatta e chiusa, dove la cassa picchia duro le nostre orecchie, il basso velocemente ci afferra in un uragano creato pregevolmente da chitarre nel quale veniamo feriti in modo lancinante da una voce struggente.

Così dall'intro post/drone "Pie In The Sky" facciamo tappa a "Don't Expect Much From World's End", titolo alquanto cinico non trovate? E invece ci aspetta molto nella fine del mondo, è assicurato, una fine lunga e dolorosa! Almeno in quella creata dai Plebeian Grandstand qui presenti. Una conclusione lunga e una lacerazione profonda che distruggerà la concorrenza per almeno un anno attraverso il passaggio da una tecnica e caotica "Are You Angry […]" ad una stancante "[…] Or Boring ?".

I ragazzi rivendicano un primo posto nella top uscite del 2010: "How Hate Is Hard To Define" è un'infezione primaria che attaccherà a lungo le vostre difese o vi lascerà fin da subito inermi, in preda ad un nuovo, brillante e violento modo di suonare l'hardcore.