PREZIR – As Rats Devour Lions
Quando ho letto per la prima volta il nome Prezir, ho compiuto qualche ricerca sulla provenienza geografica della band. Inizialmente sono rimasto perplesso nel leggere che il gruppo fosse di base a Milwaukee, negli Stati Uniti. Poi mi è bastato approfondire la questione, con la lettura di qualche intervista, per scoprire che Prezir è una parola che significa sdegno e la cui origine serba deriva dal cantante Luka Đorđević, immigrato negli U.S.A. in giovane età. Assieme a lui troviamo riuniti musicisti ben rodati da esperienze passate (posso citare Pig’s Blood e Shroud Of Despondency, dato che sono presenti nei nostri archivi), che di comune accordo hanno deciso che il black metal è un buon modo per diffondere il male del mondo.
La prima cosa che si nota in As Rats Devour Lions è la professionalità, a partire dalla produzione abrasiva e piena fino alla preparazione dei musicisti coinvolti. La seconda è che l’idea di black metal qui contenuta è concettualmente semplice: piede sull’acceleratore, melodie dettate da un odio viscerale verso l’umanità e pura furia barbarica; una visione della quale non mi lamento affatto. Il suono dei Prezir possiede due anime: da una parte il lato melodico, che guarda con una certa riverenza a vecchi classici come Dawn ed Emperor; dall’altro abbiamo una visione più intransigente che si concretizza nelle pesanti influenze thrash e death, che si palesano sin dai primissimi secondi del disco.
Ciò che a mio parere frena un pochino le composizioni è proprio il fatto che queste due anime vengono alternate, ma con una linea di demarcazione tra di loro piuttosto spessa, dando l’impressione che la band abbia composto le singole sezioni separatamente, più che realizzare dei brani. Questo neo non intacca in maniera grave il godimento dell’intero album, però alcuni pezzi ne soffrono più di altri, perdendo in efficacia, come ad esempio “Ideologue Alchemy”. A bilanciare questo problema ci sono fortunatamente passaggi davvero memorabili, e quando l’ispirazione è ai massimi livelli ci troviamo ad ascoltare tracce come “Hamatsa Death Ritual” e “Oedipus Context”.
Pur non essendo esente da difetti, credo che As Rats Devour Lions sia un primo album in grado di proporre black metal di un certo valore, pieno di piccoli dettagli da apprezzare; adoro l’utilizzo che si fa del tapping durante gli assoli. Di sicuro la formula dei Prezir non ha niente in sé di nuovo, sono però convinto che pochi se ne lamenteranno.