PRIMAL – Prophetae
Gruppo: | Primal |
Titolo: | Prophetae |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Polonia |
Etichetta: | The End Of Time Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 50:47 |
Nero, tutto è nero. Una figura spettrale si avvicina brandendo un'arma indefinita (forse una falce), un demonio che incarna le nostre paure e che viene a prenderci definitivamente; sullo sfondo, l'ettagramma simbolo di Dio. È questo il biglietto da visita di "Prophetae", ultima fatica del progetto black metal polacco Primal (ormai un nome noto da queste parti, dopo "Obłęd" del 2012 e "Deathzone" del 2011).
Primal, come il nome suggerisce, è un'entità molto viscerale, e allo stesso tempo affascinata dagli aspetti più macabri e oscurantisti di quello che vede come il grande nemico: la religione. Il libretto recita "All hails go to Devastator, Ponurak and Markiz, my allies in my crusade against religious idiocy" e subito situa la proposta nella lunga tradizione del black metal anti-religioso dagli echi occulti.
"Prophetae" è un disco da ascoltare necessariamente in cuffia, lasciandosi avvolgere e piegare dai cinque brani asfissianti che lo compongono. I cinque capitoli dell'album portano semplicemente numeri romani come titolo e fanno parte di un continuum, di un rituale atto a risvegliare il nostro essere, sopito dalle illusioni del grande Male. La profezia si snoda in circa cinquanta minuti devastanti, in cui PrimalOne (la mente del progetto) dimostra secondo me maggiore consapevolezza compositiva e concettuale rispetto al passato.
Nero, tutto è nero. Primal mira a recuperare il nostro potenziale primigenio, e in questo album ci immerge nell'idiozia della menzogna, ci mette a confronto con il sapere mutilato offerto dallo spettro in bianco. Un disco black altamente consigliato se le lunghe durate non vi spaventano e volete essere soffocati da una martellante coltre di oscurità e follia.