PROFANATICA – Disgusting Blasphemies Against God
Dopo averci deliziati nell’ormai lontano 2007 con il riuscitissimo Profanatitas De Domonatia, era prevedibile che la via per raggiungere nuovamente tale livello sarebbe stata impervia per i Profanatica dell’ex-Incantation Paul Ledney. Oggi ne analizziamo il nuovo lavoro, intitolato Disgusting Blasphemies Against God.
La prima cosa che mi salta all’orecchio del secondo disco degli statunitensi è la produzione. Tutti gli strumenti sono limpidamente distinguibili e, in particolare, il basso all’ascolto sembra messo in risalto, cosa rara per la maggioranza dei dischi metal. Il primo pezzo delle registrazioni dei Profanatica sembra esserne una sorta di marchio di fabbrica, spesso caotico e molto nella vena dei Beherit: “Black Cum”, nel caso di Disgusting Blasphemies Against God, apre le danze con marciume da sogno.
Tornando ora al basso e alla produzione. Le quattro corde, diversamente da quanto accade di solito, come detto prima, tuonano e devastano l’ascoltatore in ogni pezzo. Per chiarire questo mistero vedo solo due possibilità: primo, durante la produzione qualcosa è andata per il verso sbagliato; secondo, durante la produzione qualcosa è volutamente andata per il verso sbagliato e, quindi, la potenza del basso nel mix è stata ricercata per aumentare la cattiveria dei brani. Pensate quello che volete, a me piace dannatamente così com’è.
Inoltre, pezzi come “Covered In Black Shit” vanno, secondo me, nella direzione del cosiddetto «Ritual Metal», offrendo riff pesanti, lenti e ipnotici. I tradizionalisti non temano… La maggior parte delle piste sono rudi e veloci come una fresa che si apre la via nel granito. Anche se la seconda canzone “Pious Piece Of Shit” potrebbe fare disperare gli amanti delle ritmiche incalzanti, sorpresi dal suo sviluppo in riff medio-veloci con parecchi cambi di tempo.
A conti fatti, il bilancio di questo disco è difficile da calcolare. All’attivo abbiamo sicuramente la produzione, i testi sempre oculatamente blasfemi, la copertina e alcuni cambi di tempo nei pezzi che sorprendono. Sul piatto del passivo troviamo, scusate il gioco di parole, una certa passività in alcuni brani che mi disturba. Non interpretatemi male: il disco è buono, secondo me, ma gli manca un filo d’Arianna. Le canzoni sono comunque ben costruite ma, ciò nonostante, rassomigliano più a un muro i cui mattoni sono privi di malta.
Come affermato all’inizio, Profanatitas De Domonatia era difficile da superare in quanto a qualità d’esecuzione. Tirando le somme, Disgusting Blasphemies Against God dà prova di essere un album di buona qualità, pesante, in media non troppo veloce ma malvagio e satanico al punto giusto, segno che i Profanatica sanno essere perversi a qualsiasi numero di bpm.