PROGENIE TERRESTRE PURA – starCross | Aristocrazia Webzine

PROGENIE TERRESTRE PURA – starCross

Gruppo: Progenie Terrestre Pura
Titolo: starCross
Anno: 2018
Provenienza: Italia
Etichetta: Avantgarde Music
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TRACKLIST

  1. Chant Of Rosha
  2. Toward A Distant Moon
  3. Twisted Silhouette
  4. The Greatest Loss
  5. Invocat
DURATA: 29:32

Continua il folle viaggio nello spazio profondo dei Progenie Terrestre Pura. Ad appena un anno di distanza, l’eccezionale oltreLuna viene affiancato dal suo fratello minore starCross, due lavori che nei piani originali della band avrebbero dovuto far parte di un’opera unica, prima che vari problemi tecnici vi mettessero i bastoni fra le ruote. Fratello minore, tuttavia, soltanto in termini di forma, perché la qualità non si discosta dagli alti livelli mostrati nell’uscita precedente: se, infatti, l’EP Asteroidi era un qualcosa di completamente astratto dal metal di qualsivoglia tipo, starCross è ulteriore espressione del black-industrial tipico del trio italiano, che nella sua quasi mezz’ora non arriva a toccare certi picchi compositivi visti lo scorso anno, ma che di certo si fa spazio con prepotenza tra le migliori uscite del 2018.

Incastonato tra le due strumentali e atmosferiche “Chant Of Rosha” e “Invocat”, il viaggio dei Progenie si sviluppa in tre ottimi brani che narrano nuovamente (ma questa volta in inglese) delle ambizioni e della brama di conquista dell’Uomo nei confronti dello spazio profondo: un viaggio che già in “Toward A Distant Moon” non sembra partire con i migliori auspici, con il cosmonauta quasi rassegnato al suo destino, all’inevitabile epilogo della sua missione verso l’ignoto, sentimento la cui pesantezza è bene espressa anche tramite partiture tiratissime dai riff parecchio serrati. La successiva “Twisted Silhouette” si rivela più posata ma anche più articolata, alternando frangenti dalle tinte elettroniche a sfuriate che non concedono un attimo di respiro, a sottolineare le sensazioni del protagonista una volta arrivato a destinazione: una nuova Luna oscura abitata da un’abominevole creatura e su cui si trova disorientato e nudo di fronte al suo Io più profondo, cosa che lo porta infine sull’orlo della follia e desideroso di andare incontro alla sua fine per mano del mostro, unica possibile via di uscita dallo stato d’animo in cui si trova.

Infine, dipingendo scene di astronavi ormai abbandonate alla deriva nel cosmo, si apre “The Greatest Loss”, anch’essa dalle forti tinte cinematiche e che si muove sugli stessi binari delle precedenti con gli stessi grandi risultati e, se possibile, una vena elettronica ancora più marcata, con un finale che ci ripropone quel tunz-tunz azzeccatissimo che aveva trovato il suo posto anche su oltreLuna. Dal livello individuale, il male e la disperazione si spostano su un livello più generale, diffondendosi a tutto il team della missione e, metaforicamente, all’umanità intera: animata nella speranza di raggiungere obiettivi sempre più lontani, si ritrova invece spedita verso la sua più grande catastrofe.

starCross, rispettando le aspettative generate dal precedente lavoro, mantiene altissima l’asticella qualitativa posta dalla creatura di Davide Colladon e soci, che hanno trovato un perfetto e forse irripetibile connubio tra black metal sui generis e tematiche fantascientifiche. Da segnalare anche la presenza di una graphic novel apposita che accompagna il lavoro nell’edizione limitata, che purtroppo non mi ritrovo tra le mani ma che, se ne aveste l’occasione, varrebbe decisamente la pena accaparrarvi. È proprio il caso di dirlo: per i Progenie Terrestre Pura, il cielo è l’unico limite.