Pseudodoxia / The Sun And The Mirror - The Eerie And Radiant Doorless Rooms Of Pain| Aristocrazia Webzine

PSEUDODOXIA / THE SUN AND THE MIRROR – The Eerie And Radiant Doorless Rooms Of Pain

Gruppo: Pseudodoxia / The Sun And The Mirror
Titolo: The Eerie And Radiant Doorless Rooms Of Pain
Anno: 2021
Provenienza: Italia / U.S.A.
Etichetta: Brucia Records
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TRACKLIST

  1. Pseudodoxia – EON : S o o t h :
  2. Pseudodoxia – H o l y : PIG : S o l a c e
  3. The Sun And The Mirror – Relinquishment Of Hope
DURATA: 41:49

Ho cominciato a nutrire grandi aspettative per questo The Eerie And Radiant Doorless Rooms Of Pain (il cui acronimo non è altro che teardrop) dal giorno dell’annuncio, tanto per i nomi coinvolti quanto per la bellissima copertina. Uno split a otto mani, visto che coinvolge il duo italiano Pseudodoxia e quello americano dei The Sun And The Mirror. Mentre dei secondi ho già potuto apprezzare l’ottimo Dissolution To Salt And Bone, dei primi conosco solo i rispettivi progetti d’origine: nella fattispecie Feed Them Death per quanto riguarda Void, e i doomster (ma non solo) piemontesi LaColpa per Davide Destro.

Gli ingredienti per fare male ci sono tutti, quindi, non ultimo il tema comune che i duo si sono prefissati di mettere in musica: il dolore. Che non sarebbe stata una scampagnata primaverile s’intuiva, ma il malessere distillato nei due brani firmati Pseudodoxia investe comunque con tutto il suo carico di interferenze, distorsioni e cattivi pensieri. La prima metà di “EON : S o o t h :” è un tappeto drone sul quale si intrecciano le vocalizzazioni di Void e una serie di disturbi sonori, finché non subentrano un acuto riffing di chitarra e un’ossessiva drum machine. Nella successiva “H o l y : PIG : S o l a c e” all’impianto drone si aggiungono, invece, rumorismi ed effettistica di vario ordine e grado, oltre a occasionali ritmiche industrial e al suono del theremin di Ays Kur (Die Kur).

Con le note desertiche della chitarra che apre “Relinquishment Of Hope” si vola negli Stati Uniti insieme ai The Sun And The Mirror. L’atmosfera opprimente, il crescendo melodico quasi liturgico e la voce di Reggie — che a tratti mi ha ricordato la voce di Iskandar Hasnaoui degli Elend — sono una vera e propria celebrazione del dolore esistenziale. Tempo dilatatissimo, il suono metallico del violoncello di Sarah e una produzione che calca in particolare sui bassi, tutto concorre a rendere questo brano una piccola (si fa per dire, dato che dura ventitré minuti) gemma di drone-doom.

The Eerie And Radiant Doorless Rooms Of Pain conferma le previsioni. Gli Pseudodoxia e i The Sun And The Mirror generano una tempesta di lacrime tale che ombrelli e cerate non bastano. Mettere in musica il dolore: fatto.