PSYCHONAUT 4 – Have A Nice Trip
Dopo aver aperto una parentesi qualche settimana fa per discutere di Dipsomania, tocca fare un altro salto dalle parti di Tbilisi, perché Talheim Records ha ristampato anche Have A Nice Trip, il primo, grezzissimo, consistente assaggio del disagio post-sovietico di cui gli Psychonaut 4 si sono fatti portatori. Infatti, dopo essere uscito per Depressive Illusions in cassetta nell’agosto del 2012 e poi per Der Neue Weg Productions nel novembre dello stesso anno, la sempre attenta etichetta austriaca ha dato nuova vita al primo album della band (depressive) black metal georgiana, mettendone in commercio sia una versione in formato digipak sia una in vinile. Perché, diciamocelo, Have A Nice Trip se la meritava una riedizione di classe.
Dopo aver effettivamente debuttato pubblicando sotto l’egida della già citata Depressive Illusions una demo ispirata al 40% (il volume alcolico medio della vodka, non quello citato da Pina Sinalefe) e aver subito incrociato le armi con Unjoy ed Eurythmie per lo split più stanco e intorpidito di sempre, la band è arrivata a dare una forma più chiara e un taglio più definito — pun intended — al proprio malessere attraverso Have A Nice Trip. Come si evince subito dalla scaletta, il disco presenta due intro proprio perché, inizialmente, era stato pensato per la pubblicazione su cassetta; in più, i Nostri hanno ripescato dalle loro precedenti uscite minori un paio di brani: “Parasite” e “Antihuman [Drug=Друг]” dalla summenzionata demo e “Drop By Drop” da Tired, Numb, Still Alive; ai quali hanno aggiunto del nuovo materiale, ispirato dalla vodka e da quelle some other stuff che ringraziano apertamente in una delle facciate del digipak che tengo tra le mani. All’interno di questa nuova edizione, tra l’altro, figura anche un brano extra, in chiusura: “Hero(n)”, registrato da Graf, Drifter e Glixxx assieme ai loro compagni di scorribande, i Vodka Vtraiom.
Se, in questo caso, gli Psychonaut 4 non avevano intenzione di diffondere il contenuto dei testi delle proprie canzoni, una vaga interpretazione di questi è comunque possibile, unendo i punti lasciatici dai titoli delle tracce con il fil rouge sanguigno che sgorga dalle affilatissime tracce in scaletta, sulle quali butta un po’ di luce il crudo e allucinato video di “Lethargic Dialogue” girato al tempo della pubblicazione originale dell’album. Quello che emerge dall’ora di musica nera e depressa contenuta in Have A Nice Trip è che per il gruppo la vita appare ridotta a istinto, come una sorta di fuga verso la ricerca primordiale e vissuta esclusivamente attraverso emozioni spinte al limite: un avvicinarsi alla morte per sentirsi vivi. Esorcizzare i demoni umani è forse l’essenza degli estremismi della creatura georgiana, un lato del proprio carattere presente fin dai primordi, come possiamo vedere in questo caso; una catarsi, però, non bella e pronta, impacchettata e servita in dosi fatte per essere consumate individualmente dagli ascoltatori: i nostri psiconauti sono in primis pusher per se stessi, la loro musica è un sfogo per le proprie vite e le proprie esperienze — come riportato anche nell’articolo di Onnik James Krikorian che anticipa l’uscita del suo documentario sulla scena underground della capitale georgiana.
In generale, ci sono cose che vanno dette e altre che è meglio tacere, perché non strettamente rilevanti ai fini del conseguimento di un dato risultato. Se le parole usate dagli Psychonaut 4 all’interno di Have A Nice Trip rientrano in questa seconda categoria, alla prima invece è ricollegabile il commento a una citazione di Camus inserito all’interno del digipak:
«There is only one really serious philosophical problem,” Camus says, “and that is suicide.
Deciding whether or not life is worth living is to answer the fundamental question in philosophy.” — A. Camus
…however, “Should I kill myself?” is the essential philosophical question.»
Che le dodici tracce di Have A Nice Trip possano condurvi lì dove avete bisogno di essere e riportarvi indietro con una visione più chiara della vostra vita. L’augurio, come sempre, è quello di farvi un buon viaggio, accompagnati dalle urla trilingue e dalla follia black metal degli psiconauti di Tbilisi.