PUTRID – Antichrist Above
Nativi di un Paese come il Perù, il cui sottobosco metallaro, perlopiù circoscritto alla capitale, pullula di band particolarmente prolifiche e dai nomi poco rassicuranti come Anal Vomit e Goat Semen, i Putrid non si tirano certo indietro. Attivi da circa dieci anni, sfornano split ed EP come se non ci fosse un domani: basti pensare che il disco che sto per recensire, Antichrist Above, è uscito a marzo 2020 e dopo appena due mesi è stato seguito da uno split con i Grave Desecration.
I limegni (o limeños se preferite) accolgono il nuovo decennio con ben dieci tracce sulfuree, che sembrano provenire direttamente dall’inferno, tanto nei testi quanto nell’aspetto musicale; a fare da sfondo alle blasfemie che soltanto un gruppo proveniente da un Paese ultracattolico può partorire, un putrido (ovvio, no?) e fangoso black-thrash metal con forti influenze death ispirato alle origini del genere (Sarcófago e Bathory su tutti).
I dieci pezzi che compongono Antichrist Above hanno un unico comune obiettivo, cioè annichilire l’ascoltatore con una violenza sonora che più grezza non si può; la maggior parte, infatti, non supera la soglia dei tre minuti e mezzo, a eccezione di “Pig Of Liars”, unico vero e proprio momento di calma in cui una diabolica e lunga introduzione precede il consueto caos sonoro. Le urla furibonde di Evil Avatar sono supportate da una sfilza di riff suonati a velocità folli, assoli caotici in cui il vibrato la fa da padrone e da un batterista che, posseduto dal demone del blast beat, martella senza sosta durante tutta la durata dell’album.
Registrato nello studio di produzione Eco Estudio a Lima, che si occupa essenzialmente di metal estremo e musica popolare peruviana (non scherzo), Antichrist Above si riveste di un’estetica old school in tutto e per tutto: il logo con la croce al contrario, i nomi improbabili dei componenti, la copertina brutta, ma soprattutto le sonorità tipiche degli anni ’80. La produzione risulta volutamente fangosa e caotica, con basso inaudibile, chitarre zanzarose e, unica nota fuori luogo, un rullante un po’ troppo presente che tende a coprire il resto degli strumenti in alcuni passaggi.
In conclusione, Antichrist Above è un ottimo omaggio al proto-black metal, e piacerà agli appassionati del genere nostalgici di certe sonorità. Per quanto si parli di un filone chiuso e con i suoi stilemi, l’importanza di imporsi grazie alla propria personalità risulta cruciale per differenziarsi dalla massa: i Putrid sono sicuramente una realtà interessante e prolifica, ma che malgrado tutto rischia di passare inosservata tra la miriade di band che la circondano sugli scaffali e più in generale nel panorama estremo.