QAANAAQ – Escape From The Black Iced Forest | Aristocrazia Webzine

QAANAAQ – Escape From The Black Iced Forest

 
Gruppo: Qaanaaq
Titolo: Escape From The Black Iced Forest
Anno: 2016
Provenienza: Italia
Etichetta: Another Side Records
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TRACKLIST

  1. Body Walks
  2. Eskimo's Wine Is A Dish Best Served Frozen
  3. Untimely At Funerals
  4. High Hopes [cover Pink Floyd]
  5. Red Said It Was Green
DURATA: 45:45
 

Qaanaaq è una cittadina della Groenlandia, situata abbastanza vicino al Polo Nord. Aristocrazia però non è un sito dedicato al turismo dell'Europa settentrionale, per cui avrete intuito che l'informazione che vi ho appena fornito vi servirà a ben poco.

La band che prende il nome da questo paesino — e che in qualche modo trae ispirazione dall'enorme isola in cui si trova — proviene in realtà da Bergamo e ha debuttato l'anno scorso con "Escape From The Black Iced Forest", disco che si presenta con una bella copertina dai toni gelidi; pare che i Nostri siano affezionati al freddo, ma non suonano il genere glaciale per eccellenza. Forse vi sto confondendo le idee, dandovi inutili spiegazioni fuorvianti, quindi direi di andare subito al sodo: l'album oggetto di questa recensione è riuscito a metà; ci sono buoni spunti, qualche idea indubbiamente interessante, eppure allo stesso tempo sono presenti difetti che penalizzano il risultato finale. I Qaanaaq suonano un Doom-Death Metal dalle tendenze avanguardistiche, dove i tempi cadenzati tipici del genere incontrano elementi Prog che spesso flirtano con gli anni Settanta, specialmente per quanto riguarda le tastiere, ma anche in alcuni passaggi strumentali; si possono trovare inoltre fasi vagamente Fusion e perfino una bella cover dei Pink Floyd, a testimonianza della passione della band per certe sonorità del passato.

Se da un lato il lavoro riesce ad affascinare per le sue stranezze unite a uno stile che non troppo frequentemente osa spingersi così oltre i propri confini, dall'altro non possiamo ignorare una grossa problematica che lo affligge: chitarre e basso soffrono parecchio di una produzione non all'altezza, le prime a causa di un suono che fatica a convincere, il secondo per essere stato posto in alcune fasi fin troppo in rilievo, risultando così invadente a scapito del resto. Al giorno d'oggi anche realtà indipendenti riescono a ottenere risultati più che dignitosi, pertanto è necessario migliorare questo aspetto per poter competere in una scena che di fatto è sempre più affollata; oltretutto, è un peccato che brani in fin dei conti interessanti e particolari vengano rovinati in questo modo.

Una volta superato questo ostacolo e con una maggiore esperienza, sono sicuro che anche gli altri difetti minori potranno essere dimenticati. Le composizioni sono infatti ben strutturate, si può notare una buona fantasia nei riff che si destreggiano senza paura nel mix di generi e negli inserimenti delle tastiere che talvolta colgono alla sprovvista, eppure non riescono a essere pienamente soddisfacenti, a causa di una prestazione che nel complesso non va troppo oltre la sufficienza. Il growl alla lunga risulta monotono e poco espressivo, variegare lo stile — pur senza esagerare — potrebbe essere una scelta da valutare per il futuro; anche il supporto della batteria infine ha ampi margini di miglioramento, dato che al momento appare senza infamia e senza lode.

"Escape From The Black Iced Forest" dà l'idea di essere un disco prodotto con tanta passione, al quale però manca ancora qualcosa. I Qaanaaq hanno sicuramente della strada da fare, tuttavia il percorso appena iniziato potrebbe già essere quello giusto; ci auguriamo quindi che i prossimi passi riescano a soddisfarci maggiormente, le potenzialità sembrano esserci.