REBECCA FOON – Waxing Moon
Viviamo in un’epoca complicata. L’attuale pandemia Covid-19 è solo una delle tante facce di un sistema talmente contorto da non riuscire nemmeno a immaginare un’inversione, una pausa, un rallentamento. Naturalmente, il mondo della musica e dell’arte in generale non esiste al di fuori di tutto e continua a trarre ispirazione dalle grandi questioni. La compositrice canadese Rebecca Foon, nel suo ultimo disco solista Waxing Moon, si è concentrata su un’altra emergenza di estrema rilevanza: la crisi climatica. Come abbiamo visto anche su Aristocrazia, è un tema che ha già coinvolto sia nomi di spicco come i 65daysofstatic che svariati progetti underground.
Da queste parti, Foon è principalmente nota come violoncellista in forza al progetto post-rock A Silver Mt. Zion, nonché per la sua partecipazione a parecchie delle cose più minimali e droneggianti venute fuori dagli ambienti Constellation Records. Insomma, la Montreal che ci piace. A differenza dei suoi due dischi solisti precedenti, usciti con il monicker Saltland, per Waxing Moon la musicista ha deciso di usare per la prima volta il suo nome proprio. Questa scelta aiuta anche a sottolineare il diverso approccio, che la vede stavolta all’opera principalmente su voce e pianoforte (senza ovviamente dimenticare il violoncello).
L’ipnotica illustrazione di Brigitte Henry avvolge l’intero digipak e trasmette una sensazione di grande inquietudine, una sorta di sospensione davanti a qualcosa di ignoto, o di così gigantesco da sfuggire alla nostra finitezza. Ed è qui che entrano in gioco le dieci composizioni assolutamente minimali create da Rebecca Foon. Fotografie semplici, immagini di ciò che è, ciò che potrebbe essere, ma soprattutto ciò che dovrebbe essere. Come la mongolfiera stilizzata che caratterizza la custodia del CD, i tasti del pianoforte ci guidano attraverso l’oceano, la pioggia, il cosmo, in costante equilibrio tra disperazione e speranza. La voce aggiunge una presenza umana a questa rappresentazione, che nonostante il suo minimalismo continua a trasformarsi, inafferrabile, di brano in brano. Vari ospiti hanno offerto un prezioso contributo, spiccano per esempio il riconoscibilissimo violino di Sophie Turner (Godspeed You! Black Emperor) in particolare in “Another Realm”, oppure la chitarra di Richard Reed Parry degli Arcade Fire (soprattutto nella ballata quasi rock “Wide Open Eyes”).
Waxing Moon si inserisce nel percorso che Rebecca Foon ha inaugurato insieme a Jesse Paris Smith con Pathway To Paris, fondata nel 2014 per sensibilizzare le persone sulla crisi climatica. I ricavi delle vendite dell’album andranno infatti a finanziare le attività dell’associazione e della campagna 1000 Cities. Che dire a questo punto, se si può avere musica di alto livello e allo stesso tempo sostenere una causa importante, perché no?