Reeking Aura - Blood And Bonemeal | Aristocrazia Webzine

REEKING AURA – Blood And Bonemeal

Gruppo: Reeking Aura
Titolo: Blood And Bonemeal
Anno: 2022
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Profound Lore Records
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TRACKLIST

  1. Remnant Of Obstinate Rank (Flooding Ratholes)
  2. Blood And Bonemeal
  3. Seed The Size Of A Spider’s Eye
  4. Harvesting The Hatchet
  5. A Vegetative Mush That Melts Among The Shelves Lined With Meats Of Indeterminate Origin
  6. Pyramid Shaped Plow / The Caretaker
  7. Grublust
DURATA: 33:39

Un viaggio allucinato, via via sempre più morboso, nelle psicosi che affollano il cervello del custode di una fattoria sperduta, una delle tante che punteggiano le campagne degli States rurali. Questo il concept alla base di Blood And Bonemeal, il debutto sulla piena lunghezza dei Reeking Aura, uscito a fine luglio su Profound Lore.

I sei vengono dalla East Coast e hanno all’attivo un precedente EP, Beneath The Canopy Of Compost, rilasciato nel 2020. Basta scorrere rapidamente i nomi della line-up per rendersi conto che non siamo davanti a dilettanti allo sbaraglio. Alla voce troviamo infatti l’ex Artificial Brain Will Smith, ora in forza nei Buckshot Facelift, formazione in cui milita buona parte dei Nostri, mentre la batteria è occupata dall’ex Pink Mass ed ex Orogeny Sam Shereck, che lo scorso anno è andato a sostituire Keith Harris degli Afterbirth.

Rispetto al lavoro precedente, Blood And Bonemeal — letteralmente un tipo di fertilizzante prodotto dagli scarti dei mattatoi — appare meno primitivo e più ponderato, ricco di atmosfere claustrofobiche (e come potrebbe essere altrimenti con un concept simile alle spalle?) valorizzate dal lavoro in studio di Colin Marston. Ciò che non cambia è l’approccio del gruppo al death metal. I Reeking Aura infatti continuano a guardare alla vecchia scuola statunitense, rimanendo fedeli a tempi medi mai troppo tirati, arrivando anzi a dilatarli ulteriormente fino a sconfinare nel death-doom. Su questa base ben definita i Nostri non temono di inserire tocchi atmosferici, con sintetizzatori che danno un non so che di onirico, sino a culminare nel finale post-rockeggiante di “Pyramid Shaped Plow / The Caretaker”. Allo stesso modo si può notare un certo gusto per riff dal sapore melodico, che aggiungono un ulteriore spessore al fraseggio e agli intarsi costruiti dai tre chitarristi. Il growl di Smith, infine, è semplicemente devastante ed è forse la cosa migliore di tutto il disco.

Al netto delle buone intenzioni e di alcune altrettanto buone intuizioni, Blood And Bonemeal porta con sé però due problemi fondamentali. Il primo è una certa ripetitività, dovuta a passaggi fin troppo simili tra di loro, la cui portata è tuttavia alleggerita sia dal minutaggio contenuto, sia dall’azzeccatissimo ordine dei brani che, alternando episodi più energici ad altri più granitici, mantiene viva l’attenzione dell’ascoltatore. Il secondo, a mio avviso più grave, è il non avere sfruttato appieno le tre chitarre: salvo alcune sezioni particolarmente ben riuscite, a volte si fatica a notare la presenza di un terzo chitarrista e questo è un enorme spreco di potenziale.

Nel complesso Blood And Bonemeal è un album che raggiunge e supera la piena sufficienza, ma che viene penalizzato da alcuni problemi di base che musicisti esperti come i Reeking Aura dovrebbero essere in grado di risolvere senza difficoltà. Mi piace pensare che questo disco sia una sorta di prova generale in vista di qualche uscita più matura. Vedremo se il tempo mi darà ragione.