REGRESSIVE – Born In The Grave
Polonia, Polonia e ancora Polonia. Questa volta è la Mythrone Production, con sede a Cracovia, che ci delizia con una bordata di uscite veramente notevoli, tra le quali figura anche Born In The Grave dei Regressive. Con questo debutto freddo e impietoso come le gelide acque del Baltico, il trio lituano ci trascina in una full immersion di black’n’roll intriso di riff, assoli vecchia scuola e di numerosi richiami all’immaginario horror anni ’80.
Il gruppo guarda con insistenza al passato glorioso dell’heavy metal e delle sue sfaccettature più oscure (in particolare a formazioni del calibro degli Onslaught), recuperando una gran quantità di espedienti compositivi già riemersi con diverse intensità nel corso degli ultimi anni (basti pensare ai paladini del genere, i Midnight). Tutt’altro che un difetto, questa riscoperta e riproposta del più classico dei generi diventa un pregio e un’arma affilata nella mani dei Regressive; nonostante l’inevitabile somiglianza che lega molti dei brani, la qualità contenutistica si evince dagli assoli perfettamente eseguiti e dal basso ingombrante che si impone con molta personalità in lunghi tratti (come su “Let Me Be Your Whore”). A donare un tocco di oscurità in più a questa fucina di riff vi è infine una voce urlante e marcescente, supportata da sporadici campionamenti che donano quel sentore di Mortician che non guasta mai.
Di fronte a un disco del genere le parole da spendere, nel bene e nel male, sono sempre molto poche e anche in questo caso penso sia conveniente non proseguire oltre. Born In The Grave è un album semplice ed efficace, che ridona nuova linfa a sonorità e attitudini old school che mai devono adombrarsi. Non resta che lasciarsi trascinare fin giù nella fossa, scavata con estrema perizia da questo nostalgico trio di becchini e dalla loro umile, ma pregevole opera.