REVENIENCE – Revenant | Aristocrazia Webzine

REVENIENCE – Revenant

 
Gruppo: Revenience
Titolo: Revenant
Anno: 2017
Provenienza: Italia
Etichetta: Sliptrick Records
Contatti:

Sito web  Facebook  Twitter  Google Plus  Soundcloud  Youtube

 
TRACKLIST

  1. Revenant
  2. Hope Leaves [cover Opeth]
  3. Not My Choice [versione alternativa]
  4. Revenant [versione alternativa]
DURATA: 14:01
 

I Revenience sono un gruppo di ispirazione gothic metal originario di Bologna, formatosi nel corso del 2014. Da lì hanno praticamente subito attirato l'attenzione dell'etichetta americana Sliptrick Records (che ha sempre un occhio di riguardo per la scena italiana, come visto ad esempio con gli Awake The Sun), attraverso la quale hanno pubblicato il disco di debutto "Daedalum" lo scorso anno. Devo dire che, al tempo, non avevo seguito molto le vicende legate al loro esordio, ma l'occasione di recuperare è arrivata grazie all'EP "Revenant".

Dal punto di vista iconografico, la copertina ci propone uno scenario distrutto da sostanze tossiche, nel quale gli alberi senza foglie e una casa diroccata ci trasmettono una grande angoscia. Il logo della band e il titolo dell'album si stagliano sul cielo colmo di minacciose nuvole.

Con "Daedalum", il quintetto si era inserito in una lunga tradizione di gruppi a cavallo tra growl e voce femminile, tra distorsioni e melodie. Scegliendo "Revenant" per aprire questa uscita, i Revenience dimostrano di voler esplorare di più il loro lato melodico. Scavando tra le loro influenze, ci si imbatte infatti anche negli Opeth, in questo caso omaggiati con una bella cover di "Hope Leaves" che pare aver preso qualcosa anche dagli Antimatter. La parte più curiosa dell'EP è forse la versione alternativa di "Not My Choice" (altro brano presente in "Daedalum"), qui rivisto sotto una luce che sembra uscita direttamente da una colonna sonora di "Silent Hill".

In definitiva, "Revenant" è un bel lavoro di contorno al disco di debutto dei Revenience, nel quale i Bolognesi si sono cimentati in maniera più chiara con alcune delle sonorità relativamente meno in evidenza in "Daedalum". A mio avviso, questa potrebbe anche diventare la faccia più interessante del complesso, se esplorata a dovere; noi di Aristocrazia seguiremo sicuramente gli sviluppi futuri di questo giovane progetto.