RORCAL – Muladona
Gli svizzeri Rorcal sono da tempo una delle realtà più eclettiche nei meandri più inquietanti del post-black metal europeo, come abbiamo avuto modo di vedere in tutti questi anni anche qui su Aristocrazia. A tre anni dalla tragedia in quattro atti Κρέων / Creon, ecco che in Muladona il quintetto di Ginevra mette in scena forse il lavoro più ambizioso di una carriera dai mille volti. Il disco è infatti ispirato direttamente all’omonimo libro di Eric Stener Carlson, scrittore di origini americane attualmente di base proprio in Svizzera, un romanzo dalle tinte horror ambientato in Texas nel 1918 durante la devastante epidemia di influenza spagnola. Epidemia che fa da teatro alla comparsa della Muladona (la donna mulo), la creatura del folklore catalano che interagisce con la voce narrante del libro (un’annata musicalmente fortunata per le figure delle storie popolari, vero Janara?).
Gli ingredienti concettuali erano perfetti per far sì che l’etichetta locale Hummus Records potesse essere il nome giusto per dare alle stampe questa fatica dei Rorcal, dopo aver visto l’ottimo lavoro fatto nel caso di un’altra trasposizione musicale con Pictorial dei Killbody Tuning. La band ha dedicato Muladona alla memoria di Mathias Perrin, amico e bassista (attivo anche negli Impure Wilhelmina) scomparso lo scorso anno proprio una volta concluso il lavoro sull’album. Il design estremamente minimale della custodia, curato dallo Happypets’ Studio di Losanna, non anticipa molto di ciò che troveremo nel disco dal punto di vista sonoro.
Quello che ci accoglie, già a partire dai titoli e dalla traccia d’apertura, è infatti una fittissima coltre di malessere assoluto e di difficoltà percettive. Le parti in parlato sono state gentilmente offerte dallo stesso Carlson, che legge gli estratti dal romanzo (segnati in corsivo nel libretto) avvolti dalla rumorosa oscurità imbastita dai Rorcal. Che dire invece sul cantato sporco, una prestazione mostruosa del solito Yonni Chapatte, a suo (dis)agio sia nelle sezioni più violentemente black che in quelle opprimenti e melmose di matrice doom. Muladona è stato registrato dal vivo nell’arco di tre giorni, infondendo la giusta impressione di urgenza e inquietudine alla messa in musica del romanzo. Per un’idea più concreta dell’atmosfera e della quantità di male che si respira nell’album, consiglio di ascoltare “The Only Constant In This World Is Blackness Of The Human Heart”, approfittandone per ricordare che il disco è disponibile in download con formula name your price sul sito della Hummus.
Siamo sicuramente davanti a una delle uscite più interessanti dell’anno nell’ambito del post-metal più nero, con gli svizzeri che si confermano uno dei nomi di rilievo dell’ambiente. Come ciliegina sulla torta, i Rorcal celebreranno questo periodo di grande vigore artistico presentando l’album in occasione del Roadburn 2020, partecipando per la prima volta allo storico festival olandese.