SELCOUTH – Heart Is The Star Of Chaos
I Selcouth sono un mega-gruppo — perché super- non bastava — composto da ben dodici musicisti provenienti da varie parti del mondo e da diverse band: tra gli altri, sono presenti membri di Pryapisme, As Light Dies, Stagnant Waters, Aegri Somnia e l'intera formazione dei Khanus.
L'affascinante copertina a cura di Katrine Lyck ci presenta "Heart Is The Star Of Chaos", album di debutto del progetto costituito da un Metal avanguardistico e progressivo, nel quale l'influenza esterna principale è indubbiamente il Jazz, presenza costante in ogni strumento. È una sorta di circo degli orrori, dove giocolieri e acrobati prendono in mano gli strumenti e trasformano i propri numeri acrobatici nei loro corrispettivi musicali.
Le ritmiche elaborate e arricchite da numerosi fill, le chitarre dissonanti e disarmoniche, le atmosfere visionarie ricreate dalle tastiere, la variegata vocalità arcturusiana e solefaldiana dei sei (sì, sei) cantanti, le poesie di Jukka "Koba" Ylisyvanto usate come testi: ogni elemento fa pensare che i musicisti ce la mettano tutta per creare qualcosa di bizzarro e teatrale; e ci riescono, indubbiamente il disco suona surreale dall'inizio alla fine. Ciò che, purtroppo, non realizzano è un'opera realmente coinvolgente.
Chiariamoci: i personaggi coinvolti dimostrano pienamente di essere ottimi artisti, le loro performance sono ineccepibili sia dal punto di vista tecnico che da quello della varietà e della personalità. Anche l'atmosfera psichedelica e carnevalesca dell'album, in generale, è stata centrata in pieno e i diversi elementi trovano il proprio posto anche in un contesto così eccentrico. Al di là dell'indubbio fascino, tuttavia, c'è bisogno di sostanza nei brani ed è esattamente ciò che manca: le tracce sembrano scivolare via senza destare troppo interesse.
È una sensazione veramente pessima: succede davvero di tutto traccia dopo traccia, eppure è come se non stesse accadendo nulla. In alcune occasioni sembra che le voci e gli strumenti siano in una costante lotta per catturare l'attenzione dell'ascoltatore, senza che nessuno riesca a prevalere: forse c'è talmente tanta carne al fuoco che il tutto diventa eccessivo, o forse ci sarebbe bisogno di maggiore chiarezza sulla direzione dei brani, che non riescono mai realmente a decollare. Sta di fatto, però, che l'album — pur non risultando troppo pesante o noioso — non suona nemmeno così sorprendente come vorrebbe e dovrebbe. Per carità, nessuno vuole che un lavoro sperimentale e avanguardistico sia di facile ascolto e io per primo tendo a criticare un certo modo troppo sempliciotto di intendere l'Avantgarde Metal; d'altra parte, tuttavia, il rischio di questo genere è proprio quello di perdere di vista l'obiettivo principale (creare musica interessante) in favore di chissà quali numeri da circo.
Potrei essere sembrato fin troppo aggressivo verso i Selcouth, ma tutto sommato "Heart Is The Star Of Chaos" non è completamente da buttare; quella che è una mera sufficienza, però, pesa quanto un'insufficienza per un disco così ambizioso e che genera un certo tipo di aspettative, soprattutto considerando i musicisti coinvolti e il grande impegno con cui hanno lavorato.