SHADED ENMITY – Hijo Perdido | Aristocrazia Webzine

SHADED ENMITY – Hijo Perdido

 
Gruppo: Shaded Enmity
Titolo:  Hijo Perdido
Anno: 2011
Provenienza:  U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. One Way Out
  2. Man At The Edge Of The World
  3. Hijo Perdido
  4. The Botanist
  5. A Crystal For Your Life
  6. Nothing Left To Give
  7. Black Diamond
  8. Bury Me On A Hill
DURATA: 41:13
 

Lo dico incazzato come non mai: con tutta la merda melodic death o pseudo tale che gira nel mondo metallico, mi spiegate com'è possibile che gli Shaded Enmity non abbiano un cazzo di contratto decente? Sì, ho bisogno di sfogarmi, ritengo a dir poco inaudito che si offrano deal a raffica a band metalcore, death melodico che suona power da far schifo e questi ragazzi, giunti quest'anno al terzo disco con "Hijo Perdido", debbano ancora una volta autoprodursi e farsi un mazzo di portata colossale per far conoscere la loro valida e decisamente pesante proposta.

Chi segue il nostro isto si ricorderà della recensione che io stesso scrissi per descrivere la buonissima prestazione del precedente "Like Prayers On Deaf Ears", se c'è una cosa di cui ero praticamente sicuro, è che la formazione di Joe Nurre e Simon Dorfman mantenesse le aspettative, volevo un altro lavoro di quel livello, mi è stato consegnato nelle mani un album che ne consacra definitivamente la maturità raggiunta e una conoscenza del genere che farebbe invidia a tanti segoni sotto Metal Blade, RoadrunnerCentury Media ed è inutile continuare tanti i soliti noti sono.

Siete stanchi degli In Flames che giocano a fare gli alternativi riuscendoci malissimo? Dei Dark Tranquillity che clonano "Damage Done" all'infinito o degli Insomnium dimenticatisi di come sia unire atmosfere e death metal melodico? Bene, inserite "Hijo Perdido" e lasciate che il retro-sound degli Shaded Enmity faccia il suo corso.

Verrete investiti da ricordi che, oltre ad andare a pescare dalle prime due formazioni citate, tirano in causa sia gli At The Gates che gli eredi naturali del gruppo di Tompa Lindberg e soci, i Sacrilege e se far nomi vi verrà troppo semplice fregatevene, quello che è fondamentale nell'ascolto di un lavoro simile è la genuinità con cui il suono di Göteborg riprende vita grazie a un soundwriting snello e avvolgente, ritmiche dinamicamente orchestrate in modo da risultare pungenti e accattivanti nei momenti dediti alla flessibilità compositiva, veloci e dirompenti in quelli nei quali è richiesta una dose massiccia d'irruenza e sfogo.

Piacevole l'intermezzo di chitarra pulita che caratterizza "Man At The Edge Of The World", adrenalinici gli assoli che si stagliano internamente a "Hijo Perdido", le mazzate armoniose a titolo "One Way Out", "The Botanist", "Crystal For Your Life", la freschezza e l'efficacia del riffato pulsante in "Nothing Left To Give" e la dose ambientale fortemente incline alla malinconia delle conclusive "Black Diamond" e "Bury Me On A Hill".

Gli Shaded Enmity sono ciò che uno vorrebbe ascoltare quando ha intenzione di metter su del death melodico: zero compromessi, nessuna vocina pulita da ragazzina isterica, no al progressive in stile Opeth che francamente ha rotto le palle, e non poco, solo tracce che rispecchiano, per quanto ammodernate, l'essenza più vicina a quello che fu lo stato primorde di un genere ormai decaduto, svenduto e rottamato da parte delle etichette e da realtà degne di portare live al massimo i pezzi di Cristiano Malgioglio.

In definitiva non posso far altro che consigliare l'acquisto a chiunque sia un nostalgico adoratore del suono proveniente dalla scena di Göteborg, ma al tempo stesso continua odiernamente a fruire anche delle proposte lievemente più moderne, "Hijo Perdido" deve entrare a far parte della vostra collezione.