SIGNVM: KARG – Chöre Aus Dem Schlund Der Zeit | Aristocrazia Webzine

SIGNVM: KARG – Chöre Aus Dem Schlund Der Zeit

 
Gruppo: Signvm: Karg
Titolo: Chöre Aus Dem Schlund Der Zeit
Anno: 2011
Provenienza: Germania
Etichetta: Fog Of The Apocalypse Records
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TRACKLIST

  1. Orkanes Stille
  2. Gräbermoor
  3. Steinerne Erhabenheit
  4. Flammenhymne
DURATA: 41:56
 

Grezzo, roccioso, divinamente maligno senza aggiungere nulla al panorama black metal: basterebbe questo per descrivere il debutto dei tedeschi Signum: Karg, a cui aderiscono membri di Kratein e Atras Cineris. "Chöre Aus Dem Schlund Der Zeit" è uscito in questo 2011 e ci spiattella poco più di quaranta minuti che combinano la scuola norvegese e quella svedese.

È notevole il modo in cui riescono a non complicarsi la vita nelle quattro tracce di lunga durata e a non creare fasi di stallo che discostino l'attenzione dell'ascoltatore. Le dissonanze e i cambi di ritmi che flettono il corpo delle composizioni, dilatandole, rendendole più severe o arrembanti, assecondando l'umore frequentemente instabile, aggiungono quel pizzico di pepe che le fa fluire con una più che discreta naturalezza.

"Orkanes Stille" sembra porsi come una canzone preparatoria, che si mantiene su toni neri, ma supportati da una ritmica che quasi mai oltrepassa andature cadenzate. Viene poi sostituita dall'avanzata tempestosa ed epica di "Gräbermoor": la suspense dei minuti iniziali, conditi da arpeggi e tremolo picking, è cancellata da un battere furente in cui la voce pulita si ritaglia brevi e precisi spazi in cui interagire.

La parte conclusiva del secondo brano, che molla un po' la presa, dando spago al comparto atmosferico e facendo risollevare l'andatura sino allo spegnimento, ci conduce all'entrata della successiva "Steinerne Erhabenheit", il cui flusso maligno e l'approccio melodico mi hanno riportato alla mente alcune soluzioni usate dagli Obtained Enslavement. Le note si tingono ancor più di scuro e la pressione della decadenza espressa sino a quell'attimo acquista una consistenza più solida.

Con "Flammenhymne" è come se i Signum: Karg ci offrissero in un'unica botta la summa del suono sin qui proposto. Le varianti interpretate nei tre brani che la precedono vengono assorbite, si rifà vivo pure il cantato in voce pulita che ha come pecca (e vale anche per gli inserimenti in "Grabermoor") di essere fin troppo flebile. La sensazione di voler incidere, immettendo un sentore epico nel flusso di "Chöre Aus Dem Schlund Der Zeit", è più che indovinata, un valore che vale la pena aggiungere a una musica dura e spigolosa, tuttavia l'espressione attraverso una prestazione poco convinta ne annulla l'effetto e ciò è un peccato.

Quello che mi piace del lavoro è che si presenta senza mezzi termini: «sono così o mi ami, o mi odi». In questo modo getta le carte in tavola in maniera credibile e caparbia, mostrando il proprio gioco sin da subito. I Signvm: Karg sanno sicuramente di essere derivativi, ma una formazione che già all'esordio è capace di fornire una prova di più che discreta qualità come "Chöre Aus Dem Schlund Der Zeit" può sicuramente attirare su di sé le orecchie degli incalliti e famelici ascoltatori di black metal classico. In un prossimo futuro, correggendo qualche piccola svista e attivandosi nel tentativo di distaccarsi da una scrittura in qualche passaggio esageratamente canonica, si porterebbe a galla ciò che i Signum: Karg potrebbero dare al genere. Teneteli d'occhio, una gradita sorpresa potrebbe venire fuori proprio da loro.