SILENCER – The Great Bear
I Silencer (da non confondere con gli omonimi svedesi) sono una thrash band particolare, le loro radici power metal infatti sono ancora vive nel suono e ciò si riflette anche nel terzo lavoro intitolato "The Great Bear".
È una proposta interessante quanto soddisfacente quella racchiusa in appena trenta minuti di musica, le tracce del disco a seconda dell'impostazione sfoderano l'attitudine thrash con veemenza, lo noterete in "I Am Thunder" e "The Roar"; oppure mantengono viva quella percezione heavy/power in episodi quali "Great Bear" e "Orders/Noble Sacrifice", dimostrando di possedere un suono a cavallo fra i due mondi e l'abilità di far convivere influenze diverse, dai Metallica ai Morgana Le Fay, dai Testament ai Tad Morose, sino a echi lontani dei Savatage e chissà quanti altri ne potrei citare. Dico ciò senza nulla togliere ai musicisti di Denver, che palesano una preparazione e uno stile quantomeno difformi dalla massa, distaccandosi dalla mera riproposizione dell'old school ripreso in ogni singolo passo e copia-incollato, aspetto che odiernamente gambizza parecchie delle nuove uscite buone o ottime strumentalmente, ma vuote e totalmente prive d'iniziativa personale.
"The Great Bear" ha una sola grossa pecca, dura veramente poco, tuttavia devo dar atto ai Silencer di essere riusciti a narrare in così breve tempo un concept davvero affascinante come quello della sfida per la conquista dello Spazio fra U.S.A. e U.R.S.S. negli anni Cinquanta e Sessanta, è una bella storia che conferma la validità dell'operato del gruppo.
In un panorama musicale affollato di vorrei, ma non posso e standard in formato disco, i Silencer sono fra quelle realtà che meriterebbero supporto e un po' di visibilità in più, la strada intrapresa potrebbe fare la differenza ed elevarli definitivamente al di fuori della massa di band da sei in pagella, vi consiglio quindi di prestare orecchio a "The Great Bear".