SLEIPNIR – Bloodbrothers
Gruppo: | Sleipnir |
Titolo: | Bloodbrother |
Anno: | 2008 |
Ristampa: | 2010 |
Provenienza: | Inghilterra |
Etichetta: | Gardarika Musikk |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 54:32 |
La band inglese degli Sleipnir trae il suo nome dal cavallo di Odino partorito dall'inganno che Loki, in accordo con le divinità, tese al costruttore del muro che li doveva difendere dai giganti.
Proprio un cavallo era la fonte della velocità con cui tale sostegno veniva eretto, il suo nome era Svaðilfari e dato che il patto fra le due parti aveva come ricompensa verso l'uomo la cessione di Freya, le divinità nell'accorgersi del suo celere faticare e rispettare i tempi di consegna previsti, diedero compito a Loki di trovare una soluzione per che evitasse di pagar dazio. L'ingannevole Dio tramutatosi in giumenta si fece più e più volte inseguire dall'animale rallentando così la costruzione e scaduto il termine dei lavori con conseguente rifiuto di prestar fede alle condizioni prestabilite da parte dei signori norreni l'uomo rivelò la propria natura di gigante venendo infine colpito a morte da Thor con il suo i Mjöllnir. Loki partorirà da Svaðilfari l'equino a otto zampe Sleipnir, unico per corsa e prestanza, che diverrà il prediletto del padre degli dei.
Questo è quanto ci racconta la Voluspaa ed è da queste basi che il duo britannico da vita al primo disco "Bloodbrothers", un album che pur avendo visto la luce nel 2008 viene adesso ristampato dalla Gardarika Records in nuova versione.
Non conosco la veste originale, quella che ho fra le mani mette sul piatto una classicità di suono che vede l'attitudine dei Bathory più epici e la costanza metallica dei Manowar come armi fondamentali. Le basi prendono a pieno dall'accoppiata "Hammerheart" e "Twilight Of The Gods", puntando su quell'animo vichingo errante, perennemente in battaglia e pronto a mantenere alto l'onore di un patto di sangue forte e duraturo che viene decantato ed esaltato nella traccia eponima divisa in tre parti.
Non è difficile inquadrare le tematiche su cui ruota la loro saga dato che brani come "Wolves Of Odin" o "Take Us The Valhalla" non credo abbiano bisogno di essere più espliciti di quanto già il titolo faccia intendere, nel riffato sprazzi e più delle melodie legate al death degli Amon Amarth sorgono a irrobustire il composto, così come imponenti i cori partecipano alla tesa esortazione nel ricreare atmosfere di tempi lontani.
Più che discreto l'uso fatto dei sintetizzatori, elemento che diviene importante quando le canzoni si espandono evitando riff serrati, lasciando ampio spazio all'immaginario che porta alla mente sensazioni di un mondo fatto di storie e miti, purtroppo il loro volume risulta sparato quasi a coprire le chitarre, le sei corde riacquistano vitalità solo dopo la loro dipartita momentanea, situazione evidente già in apertura con "Bloodbrothers Part 1", ma che si riproporrà anche in altri episodi, vedasi "Once Were Kings".
Se non fosse per questo difetto e una batteria dal suono, non esageratamente brutto, ma dall'impostazione alquanto statica, tanto da appiattire le basi, "Bloodbrothers" sarebbe stato un lavoro di più che buona fattura, mentre allo stato attuale non va oltre una sufficienza, anche se decisamente piena.
Se amate il filone epic/viking tenete d'occhio gli Sleipnir, mostrano una conoscenza approfondita del genere, è quindi possibile attenderci future migliorie e conseguenti sorprese. "Bloodbrothers" è un disco che si può semplicemente prendere per com'è: vichingo sino all'osso.