SMOKEY FINGERS – Columbus Way | Aristocrazia Webzine

SMOKEY FINGERS – Columbus Way

 
Gruppo: Smokey Fingers
Titolo:  Columbus Way
Anno: 2011
Provenienza:  Italia
Etichetta: Tanzan Music
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TRACKLIST

  1. Old Jack
  2. The Lover
  3. Chains Of Mind
  4. Born To Run
  5. Ride Of Love
  6. Over The Line
  7. Die For The Glory
  8. The Good Countryside
  9. Sweet Tears
  10. Country Road
  11. Crazy Woman
  12. Devil's Song
DURATA: 58:25
 

L'estate è praticamente alle spalle e il sole che abbronza, il vento che ti passa fra i capelli durante una folle corsa in moto al tramonto aspettando di godersi il falò alcolico con amici dovranno fisicamente aspettare tempi migliori, anche il nostro mite inverno, rispetto a quello d'altre nazioni, fa comunque il proprio dovere.

La musica ha però il potere di tenere costantemente vivo qualsiasi tipo d'emozione basta il sound giusto, con una band come gli Smokey Fingers è difficile non pensare a lontane terre del Sud degli States e con esse ciò che ne consegue in termine di note. Per chi non avesse ancora capito il concetto, i ragazzi di Lodi amano quel southern-rock che ha fatto grandi nomi come Lynyrd Skynyrd, Allman Brothers, ZZ-Top e per chi ama la versione più heavy gente come gli Alabama Thunderpussy potrebbe essere un bel nome da mettere sul piatto non tanto per il suono quanto per la grinta trasmessa in certi passaggi. Ciò che intendo dire è che si parla di materiale genuino, canzoni che dopo un paio di ascolti ricordi con piacere e ne intoni i ritornelli a squarciagola, perché fra sudore, alcol e qualche sprazzo di romanticismo melancolico una proposta simile riesce sempre a far breccia nel cuore degli appassionati.

Il debutto del combo "Columbus Way" è una prova che fa leva più sul cuore che sulle novità, le linee guida sono alquanto definite e i nomi citati influenze che difficilmente si possono evitare di cogliere una volta entrati a contatto con certe sonorità. Il disco mostra d'avere delle buonissime carte da giocare, si destreggiano bene andando dritto per dritto con la stradaiola apertura affidata a "Old Jack", ripiegano su un'intimità graffiante in "Born To Run", traccia splendidamente cesellata dagli interventi di Hammond da parte di Paolo Apollo Negri, puntando successivamente sulla struggente ballata "Ride Of Love" con la quale i toni diventano dolciastri e rilassati.

Ci si attende una risalita ritmica che dia una sveglia e questa non tarderà ad arrivare dapprima con la vena country insita in "Over The Line" e poi con la fluidissima, e apice della scaletta, "The Good Countryside" nella quale si riflettono al meglio le qualità chitarristiche di Diego "Bleef" Dragoni e la voce di Gianluca "Luke" Paterniti fa davvero la parte del leone acchiappando l'ascoltatore. Accelerare e decelerare, un monito che seguono con precisione gli Smokey Fingers, l'acustico dal marchio U.S.A. ben impresso nell'animo a titolo "Sweet Years" sembra una carezza tesa a stemperare le voglie sino a poco prima volitivamente espresse, da lì basta poi un passo per arrivare alla conclusiva "Devil's Song" incappando in una formula conosciuta, gradevole e di buona presa.

Dietro il banco del mixer insieme alla formazione troviamo la figura di Mario Percudani che si è occupato anche della registrazione e missaggio con Andrea Zetti e che sia stato fatto un lavoro come si deve lo percepirete, la strumentazione giunge calda e ben delineata.

Se la pecca più grande che si può riconoscere a quest'album è una mancanza di personalità evidente, vorrei anche chiedere a chi compra i dischi che troviamo alle prime dieci posizioni della nostra classifica nazionale con quale coraggio possa muovere un'accusa simile. Sì, ovvio che i ragazzi pescano a piene mani da un background ampio e noto, la riproposizione di questo tipo di rock — fortunatamente per noi spogliata dalla malsana moda di inserire qualsiasi variante modaiola per vendere due copie aggiuntive — fa di "Columbus Way" una prova d'ingresso di tutto rispetto e degli Smokey Fingers una band dalle potenzialità spiccate a cui tocca però lavorare sodo per andare l'oltre un già sentito apprezzabilissimo. L'unico consiglio che posso darvi sul momento è godeteveli, il rock non è una cosa di cui si può dire ne ho abbastanza, questo mai.