SMYČKA – Fated
Gruppo: | Smyčka |
Titolo: | Fated |
Anno: | 2021 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
TRACKLIST
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DURATA: | 44:31 |
Il nome della band si presta soprattutto a due interpretazioni: sia al concetto di incrocio, incontro, dal russo; sia a quello di cerchio, o cappio, dal ceco. Gli Smyčka non fanno mistero del fatto che la loro musica sia un’unione di stili diversi, pescando soprattutto dai mostri sacri del post-metal europeo, ma senza disdegnare influenze post-rock, doom e addirittura blues per dirne qualcuna. La lettura ceca descrive invece in particolare l’aspetto tematico del lavoro dei russi.
Kafka in chiave post-metal
I quattro affermano di ispirarsi principalmente all’immaginario kafkiano, con le contorsioni esistenziali lette in particolare in opere come Il Processo. La voce narrante di Fated si trova a fare i conti con una realtà apparentemente incomprensibile nella quale il destino degli umani è quello di finire irrimediabilmente distrutti, attraversando varie fasi di annichilimento rappresentate dai sei brani (cinque escludendo la strumentale “Intro”).
I toni grigi e nebbiosi della copertina pervadono l’intero album, sapientemente diluiti dalla chitarra di Belov, mentre l’ottima Koshkina mette in scena questa disperata odissea con voce sia sporca che pulita. La sezione ritmica di Antonov e Selivanov costruisce pezzo dopo pezzo il patibolo che ci condurrà alla conclusione con “Torn”.
In un’annata già ricca di grandi nomi come Cult Of Luna, Amenra, Big|Brave, è bello vedere come il sottobosco del post-metal continui a produrre nuovi progetti in grado di attirare curiosità. Gli Smyčka si uniscono al gruppo con un esordio di sicuro interesse e, inoltre, ascoltando Fated avrete un’altra scusa per andare a recuperare un po’ di Kafka.