Snorlax - The Necrotrophic Abyss | Aristocrazia Webzine

SNORLAX – The Necrotrophic Abyss

Gruppo: Snorlax
Titolo: The Necrotrophic Abyss
Anno: 2023
Provenienza: Australia
Etichetta: Unorthodox Emanations
Contatti: Facebook  Bandcamp  Instagram  Spotify
TRACKLIST

  1. Reawaken
  2. The Repudiation Ov Disharmony
  3. Fortification
  4. Book Ov Serpents
  5. Eternal Decrepitude
  6. The Necrotrophic Abyss
  7. Regenesis Arrival
  8. The Bastard Seed Ov Terraformation
DURATA: 28:28

I millennial come il sottoscritto — e non solo — avranno sorriso alla scoperta di una band chiamata Snorlax. Abbiamo però ben poco a che fare con l’indole docile e pigra del Pokémon, il cui stile di vita diventa sempre più una mia ambizione con il passare degli anni: la one man band di Brendan Auld, australiano di Brisbane, è una creatura violenta, caotica e capace di evolversi lungo la breve discografia.

Dalla demo Splintering, passando per uno split e il debutto II, gli Snorlax compiono un passo decisivo con The Necrotrophic Abyss, più black e colorato — permettetemi il gioco di parole — del predecessore. La copertina malvagia e psichedelica si adatta bene alla nuova fatica di Auld, che osa di più con il songwriting mettendo molta più carne al fuoco, pur mantenendo la stessa durata del disco precedente. Il piatto si arricchisce ora di riff più taglienti e appunto tendenti al black, una prova vocale più variegata e in generale un maggior dinamismo nelle scelte compositive: una impressione che il collega G.E.F. ha riferito in una Extrema Ratio di qualche settimana fa per quanto riguarda “Book Ov Serpents” e che posso confermare con piacere, estendendola a tutto il disco.

Un concept più che mai attuale — che narra di un mondo talmente alla deriva che perisce per mano della Natura stessa, trasformandosi in una landa desolata che solo alla fine è illuminata da un debole barlume di speranza — si cela dietro l’impenetrabile muro di suono che concilia vecchio e nuovo. I rimandi old school in stile Morbid Angel (“The Necrotrophic Abyss”) si contrappongono a interpretazioni più malsane del genere, vicine ai connazionali Portal e impreziosite da un riff in tremolo qua e una piccola dissonanza là. Il tutto dosato a dovere, senza strafare in nessuna direzione, con pochissimi momenti di respiro che, quando arrivano, portano come minimo a una intossicazione (“Regenesis Arrival”, introdotta per qualche motivo dalla storica suoneria Nokia).

È vero, il death metal sta attraversando un periodo di revival e, in generale, di estrema saturazione, avendo probabilmente già detto gran parte di quanto avesse da dire: le badilate in faccia e i riffoni grossi e malvagi però non ci stancano mai, specie se di ottima qualità come nel caso di questo ragazzo di Brisbane e dei suoi Snorlax.