SOLUS – Solus
Gruppo: | Solus |
Titolo: | Solus |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Ungheria |
Etichetta: | Dark East Productions / Satanath Records / Metal Throne Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 54:31 |
Negli ultimi tempi abbiamo vissuto una crescita del metallo made in Hungary, a indicare un ambiente sempre più variegato e consapevole (vengono in mente i Mabthera o gli Svoid). Solus è — come sempre più frequente nell'underground black metal — una one man band in cui il polistrumentista D (noto anche per il suo lavoro negli Earth Plague) si occupa sostanzialmente di tutto. Il progetto fu fondato nel 2006 e ha da allora pubblicato una serie di demo e split (spostandosi nel frattempo in Germania); qui siamo finalmente di fronte all'eponimo debutto sulla lunga distanza, stampato in poche centinaia di copie in collaborazione da Satanath Record, Dark East Productions e Metal Throne Productions.
Molto coerente il design della copertina (opera della giovane artista ungherese Bettina Fias), con un tronco nero su fondo dorato, i cui rami e radici si uniscono in una rappresentazione circolare e interdipendente dell'esistenza. Sei tracce molto diverse sia come struttura che come atmosfere, in cui D esplora varie facce del black metal contemporaneo: dalle interpretazioni più atmosferiche di "Visszatérés" all'aggressività di "Világok Közt Vándorló" e "Az Örök Körforgás", fino alla dimensione solenne di "Path Of Wisdom" (unica dal titolo inglese, e che forse avrebbe potuto essere accorciata un po') o l'approccio quasi cosmico di "Lebegés".
Non sono propriamente un esperto di lingua ungherese, ma anche dai titoli si evincono la dimensione naturalistica e il concetto dell'eterno ciclo dell'universo suggerito dall'immagine di copertina. Il «viaggiatore tra i mondi» ("Világok Közt Vándorló") che si muove in territori musicali e concettuali molto diversi tra loro, sui «percorsi dimenticati» ("Elfeledett Utak") e la «strada della saggezza», concludendo il tragitto galleggiando o levitando ("Lebegés") verso un nuovo piano di conoscenza e simbiosi con il mondo.
Tutto sommato, la lunga durata non risulta eccessivamente pesante, visti i frequenti cambi di passo, e anche la produzione malvagia e — quando serve — zanzarosa contribuisce alla riuscita dell'effetto generale. Un bell'album d'esordio che mostra tanto, nonché un bel biglietto da visita per avvicinarsi al metal ungherese, è probabile che analizzeremo presto altri lavori di D sotto il nome Solus.