SORCIER DES GLACES – Ritual Of The End | Aristocrazia Webzine

SORCIER DES GLACES – Ritual Of The End

 
Gruppo: Sorcier Des Glaces
Titolo: Ritual Of The End
Anno: 2014
Provenienza: Canada
Etichetta: Obscure Abhorrence Productions
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TRACKLIST

  1. Under The Moonlight
  2. Morbid Ritual
  3. Snowland
  4. The Frozen Sword Of Midnight
  5. The Sign Of The End
  6. Macabre Operetta [cover Samael]
  7. Slumbering In The Dark
DURATA: 53:37
 

Ci sono band che ogni qualvolta pubblicano una nuova uscita tu ascolterai cosciente di avere già bene o male un'idea di cosa proporranno, formazioni che hanno fatto della coerenza e del perseguimento in maniera ossequiosa — ma non per questo qualitativamente meno interessante o valida — di un percorso che ha origini note una propria ragione di vita. I canadesi Sorcier Des Glaces vanno a inserirsi in questo ambito: il gruppo è già stato ospite di Aristocrazia e il sottoscritto ebbe il piacere di recensire il terzo lavoro "The Puressence Of Primitive Forests" nel 2011 e di realizzare un'intervista, nella quale Sébastien "Roby" Robitaille (basso, chitarra e voce), uno dei due membri del progetto, ci raccontò i valori che davano vita al loro Black Metal.

Sébastien e Luc Gaulin (batteria) dal 1997 a oggi sono rimasti ancorati a questo mondo musicale, applicandosi in maniera incorruttibile nella produzione di dischi che stilisticamente affondano le loro radici nella storia scandinava del genere. In quest'ultima produzione intitolata "Ritual Of The End", pur virando in modo più distinto in direzione di territori maggiormente melodici e atmosferici, il duo tende a non indebolire le fondamenta ruvide e grezze che la sorreggono. Potrete infatti notare come sia possibile trovare punti di riferimento nelle nature norvegesi di Darkthrone e Immortal quanto nelle sonorità ancor più primordiali di maestri quali Hellhammer-Celtic Frost e Bathory. In tal senso la scelta di coverizzare "Macabre Operetta" dei maestri Samael, pezzo che per stampo ha molto in comune con quasi tutti i nomi citati, ben si sposa con la loro ideologia conservatrice.

È un album in cui oscurità e solitudine si fondono insieme assumendo varie forme, una rappresentazione Black ortodossa ma che sfrutta più soluzioni per arrivare all'ascoltatore. Le canzoni inserite in scaletta sono infatti in grado di travolgerlo con impeto, mostrando la parte più rude e selvaggia in "Morbid Ritual" e "In The Sign Of The End", creargli attorno un'ambientazione isolata e angosciante in "Snowland" (la cui sezione finale è contraddistinta da una chitarra melodica iper-splettrata e cantilenante accompagnata da una seconda decisamente più minimale e una ritmica di batteria basilare) e renderlo partecipe delle emanazioni epiche inquietanti rilasciate dalla fredda e severa "The Frozen Sword Of Midnight".

"Ritual Of The End" è probabilmente il lavoro più completo e nero sinora proposto da questi artisti, che per non smentirsi anche in sede di produzione hanno scelto di mantenere quei suoni sporchi — tuttavia decisamente lontani dall'esser definibili lo-fi — che da sempre li contraddistinguono, curando però con più attenzione la batteria, che stavolta finalmente risulta essere dotata di quel pizzico di vitalità e aggressività in più assente in antecedenza.

I Sorcier Des Glaces rafforzano la già buona discografia in loro possesso con un un album che non lascia dubbi sulle qualità dei canadesi, una formazione che pur vivendo l'oggi come gli anni Novanta sta maturando e affinando la propria composizione, senza rigettarne l'indole primitiva e istintiva che la rende così semplicemente affascinante. È una band che fa Black per chiunque odiernamente voglia ascoltare solo quello e non dei concentrati di scelte commerciali, virate stilistiche improvvisate e mischioni di stili fatti passare per tale; se siete fra questi, l'acquisto potrebbe — o dovrebbe — scapparci.