SPECTRAL LORE / MARE COGNITUM – Sol
L’etichetta nostrana I, Voidhanger negli ultimi anni ha prodotto tanti bei progetti con una discreta costanza e prediligendo un suono rituale ed esplorativo, tant’è che fra le ultime uscite del suo catalogo abbiamo l’unione di due band note a chi segue assiduamente il panorama black atmosferico: si tratta dei greci Spectral Lore di Ayloss, realtà già recensita su Aristocrazia da Insanity con Sentinel, e degli statunitensi Mare Cognitum, altra formazione composta da un solo membro il cui nome è Jacob Buczarski. Questo connubio artistico ha dato vita a uno split intitolato Sol, contenente tre brani per una durata complessiva che sfiora i settanta minuti.
Il primo atto di questa lunga maratona porta il marchio dei Mare Cognitum: “Sol Ouroboros” è un estenuante viaggio attraverso una dimensione spaziale scandita da alcune sezioni che riportano alla mente il Nero scandinavo anni Novanta sia per la ferocia che per l’impatto delle melodie, mentre in altre il dark-ambient minimale e spirituale sfocia in una deriva costante. Alle volte gli stili si combinano, in certi casi si affossano, ma proprio come l’Ouroboros rappresentano un ciclo che tende all’infinito.
Superata la tappa iniziale, tocca agli Spectral Lore prendere possesso della scena e ritroviamo le caratteristiche che hanno reso in passato interessanti le composizioni di Ayloss: le chitarre dissonanti e tutt’altro che lineari; le atmosfere in bilico tra il sovrannaturale e il celestiale, corrotte da una natura black dai risvolti naturalistici ampi, con alcuni frangenti nei quali è assente quasi del tutto il legame con la Terra, puntando a solcare l’universo; l’utilizzo della voce in retrovia rispetto alla strumentazione in maniera da infondere quella sensazione di arcano ormai gradevolmente abituale. Il pezzo insomma funziona e si giunge al termine senza subire il peso dell’esteso minutaggio, per merito di una forma canzone capace di mutare in corsa e mantenere vive le braci emotive.
Sino a questo punto i due musicisti hanno entrambi offerto materiale di buon livello e la loro congiunzione per plasmare il terzo brano, lo strumentale “Red Giant”, non è da meno. La canzone in questione segna un perdurante momento di stasi voluta, stendendo un velo gelido grazie all’esecuzione esclusiva del comparto ambientale. Il gelo è uno dei tratti distintivi delle stelle rosse giganti e supergiganti come Aldebaran, Antares e Betelgeuse, ma contrariamente a quanto accaduto in precedenza tende a implodere, sopprimendo le emozioni e lasciando al di fuori l’aspetto perlustrativo. Di conseguenza risulta leggermente ostica, pur se gli amanti del genere non dovrebbero comunque avere problemi a digerirla.
Sol è un lavoro equilibrato, sicuramente non da ascolto distratto o da una botta e via, anzi andrebbe vissuto con la dovuta calma e quiete, magari nella solitudine della propria stanza, con le cuffie, innalzando un muro fra voi e il mondo, in maniera tale da avere la possibilità di concentrarvi e coglierne le sfumature, quei dettagli che ne fanno un’opera brillante e ovviamente rivolta a un preciso target di acquirenti-ascoltatori. Viaggiare? Con gli Spectral Lore e i Mare Cognitum si può e voi sapete come fare.