STALWART – Manifest Of Refusal | Aristocrazia Webzine

STALWART – Manifest Of Refusal

 
Gruppo: Stalwart
Titolo:  Manifest Of Refusal
Anno: 2012
Provenienza:   Ucraina
Etichetta: PRC Music
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TRACKLIST

  1. The Karma Circle
  2. Downgrade Evolution
  3. Rise Of The Ninth Wave
  4. Last Dawn Of The Era
  5. Corrosion
  6. Idol Of The Time
  7. It's Just My Choice
  8. Manifest Of Refusal
  9. Renaissance Through Devastation
DURATA: 51:44
 

Gli Stalwart, band death metal russa non conosciutissima pur essendo in giro dal 1999, giungono con "Manifest Of Refusal" alla quarta uscita ufficiale. Il suono nel corso degli anni si è evoluto e ci troviamo odiernamente di fronte a una formazione che suona una miscela di death in stile polacco/statunitense, una sorta di Behemoth e Decapitated che incrociano i Morbid Angel collaborando con elementi industrialoidi alla Fear Factory, sezioni grindeggianti alla Napalm Death e malate alla Meshuggah. Detta così sembra si parli di un capolavoro assoluto, non siamo in quelle vicinanze ma neanche tanto lontani da quelle zone.

I cinquanta minuti del disco sono contraddistinti da un assalto irruento e devastante, è un album che fa lavorare la muscolatura a fondo, al quale piace finire sotto sforzo spingendo in maniera forsennata ma che non rinuncia a partiture più cervellotiche. In alcuni frangenti si percepisce una forma robotica che sembra prendere per mano il corso dei pezzi e i vari inserimenti di sintetizzatore avvalorano quella sensazione di futuristico.

La musica degli Stalwart appare come una realtà vivente alla quale è stata estrapolata l'anima, avanza guidata da schematiche incassate e predisposte per macinare ciò che vi si para contro. Anche nei passaggi atmosferici meditabondi e unti di una sorta di grigiore oleoso i pezzi dimostrano di essere aspri e privi di una qualsiasi umana emozione, facendo sì che la scaletta dallo "start" avviato da "The Karma Circle", intraprendendo un percorso che attraversa tappe quali "Downgrade Evolution", "Last Down Era", "Idol Of The Time", "It's Just My Choice", concludendosi con "Renaissance Through Devastation", piazzi delle gran mattonate senza mezzi termini, opprimendo e soggiogando l'ascoltatore anche grazie all'utilizzo di un'esagerata mole di groove.

Esecutivamente parlando i russi sono delle macchine da guerra, con la voce di Oleg che sprofonda in alcuni casi raggiungendo un growl cavernicolare pronto ad aumentare la pressione della traccia in corso. Sommiamo a tali fattori una produzione pulita e discretamente equilibrata, in certi momenti la batteria di Alex e il basso di Demian (autore anche della seconda voce) sembrano realmente una catena di montaggio che va a pieno regime chiaramente udibile, e non si potrà non rimanere soddisfatti di "Manifest Of Refusal".

Consiglio l'ascolto e l'acquisto di quest'album a coloro che oltre a una quantità immane di uscite in stile vecchia scuola amano inserire nel lettore anche proposte di stampo più moderno. La massiccia prova degli Stalwart per le sue atmosfere e la miscela d'elementi al proprio interno dovrebbe possedere ciò che basta per attirare la vostra attenzione.