STARBYNARY – Divina Commedia – Purgatorio
Approcciarsi a una delle più grandi opere letterarie della storia umana quale la Divina Commedia è un azzardo che in pochi possono permettersi, un azzardo che richiede in egual misura conoscenza dello scritto e capacità compositive. I nostrani Starbynary, sprezzanti di ogni pericolo, hanno deciso di lanciarsi in questa impresa due anni fa, pubblicando il primo capitolo della saga caratterizzato dal loro progressive metal dalle tinte power. Inferno si rivelò da subito molto cattivo e graffiante, facendo però risaltare luci e ombre del quintetto; la prima impressione che ne derivò fu comunque positiva, considerando che si trattava della seconda uscita del gruppo. Ecco perché, tra aspettativa e sorpresa, ho atteso pazientemente per il nuovo Purgatorio.
E devo ammettere che la mia pazienza è stata premiata: non solo Purgatorio riprende la stessa attenzione stilistica e testuale del precedente, ma nell’evoluzione generale del viaggio dantesco il disco intero va mutando verso una linea più melodica. Inutile negare il fascino che ho subito dall’attinenza letteraria: che si tratti dei testi (intelligentemente spiegati con parafrasi sul sito ufficiale) o delle citazioni dirette in italiano volgare, i ragazzi si sono dati da fare per mescolare sapientemente le loro abilità con una certa eredità.
Il risultato musicale è tendenzialmente positivo, forse meno brillante rispetto a Inferno. Sul lato meramente compositivo, è difficile trovare pecche: ogni brano sa regalare momenti unici, come introduzioni asfissianti (“In The Smoke” per gli iracondi), assoli alternanti (“Walking Into Fire”) e ritmiche evocative (nella disorientata “Miserere”), tuttavia la natura maggiormente melodica che contraddistingue l’evoluzione dell’album va a cozzare con l’approccio vocale di Joe Caggianelli. Se in Inferno era riuscito a dare maggior sfoggio della sua duttilità, in Purgatorio il suo timbro è quasi sempre alto, perdendo quella freschezza e varietà sonora che invece aveva mostrato nel disco precedente, ma presente a sprazzi anche nei pochi inframezzi del nuovo (o nelle sentite “The Suffering” e “Ary”, quest’ultima dedica alla moglie scomparsa). È tutta una questione di equilibrio: in assenza di una voce profonda, il timbro alto di Joe Caggianelli deve avere a che fare con l’aumentare dell’epicità dei brani, quando probabilmente un paio di tonalità più basse assicurerebbero meno pesantezza all’opera (e anche meno sforzo a Joe).
Si tratta comunque di una critica per l’eccellenza: in fondo il Purgatorio è alla stessa maniera un ponte tra i due punti più alti della composizione dantesca, e così mi aspetto che possa essere questo disco, che sa dimostrare una certa personalità, ma che deve offrire a tutte le parti partecipanti la stessa possibilità espressiva; a tal proposito, grandissimo lavoro di Luigi Accardo alle tastiere e di Alfonso Mocerino alla batteria. Un plauso anche a Elisa Lisy Stefanoni, nei panni di Beatrice nelle ultime tracce, e al pacchetto completo con un libretto molto piacevole da sfogliare, grazie a dei disegni molto curati e in linea con l’opera. La parafrasi dei testi (che si può trovare sul sito) l’avrebbe reso magnifico, ma non è certo un problema per noi studenti storici di Divina Commedia.
E adesso? Paradiso sarà forse un album interamente acustico? Cosa si inventeranno gli Starbynary? Nel far loro i miei complimenti, mi auguro di poterlo scoprire presto.