Stormkeep - Galdrum

STORMKEEP – Galdrum

Gruppo: Stormkeep
Titolo: Galdrum
Anno: 2020
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Ván Records
Contatti: Bandcamp  Spotify
TRACKLIST

  1. Glass Caverns Of Dragon Kings
  2. Lightning Frost
  3. Of Lore…
  4. Lost In Mystic Woods And Cursed Hollows
DURATA: 32:37

Dev’esserci qualcosa nell’acqua, in Colorado, perché negli ultimi anni lo Stato attraversato dalle Rocky Mountains sta dando i natali a una pletora di gruppi uno più ispirato dell’altro, di cui gli Stormkeep non sono che l’ultimo di una sempre più lunga lista. Attivo dal 2017, questo quartetto arriva all’attenzione del pubblico più o meno grande grazie a Galdrum, EP da quattro tracce che ha trovato il supporto di Ván Records.

L’etichetta tedesca è nota per la solidità e qualità delle sue pubblicazioni (solo negli ultimi mesi, i nuovi Urfaust e Ruins Of Beverast la dicono piuttosto lunga), e il primo EP degli Stormkeep non fa eccezione. Una buona mezz’ora di black metal melodico, con un sacco di tastiere e un ottimo gusto per le melodie, figlia sì degli Emperor e dei Dissection, ma anche di una sensibilità a stelle e strisce che negli ultimi dieci anni soprattutto si è fatta notare sempre di più grazie ai vari Mare Cognitum, Panopticon, Wayfarer e compagnia. E proprio questi ultimi hanno un ruolo fondamentale nell’economia di Galdrum, perché gli Stormkeep altro non sono che un progetto parallelo nato dall’instancabile Isaac Faulk e dal suo compagno di scorribande Shane McCarthy. In questo progetto si nascondono dietro gli pseudonimi Otheyn Vermithrax e Nebula Husk, ma a conti fatti questa band è una costola di Wayfarer e Blood Incantation, cui si aggiungono il tastierista Lord Dahthar (ex-Vision Of Mara e Sar Isatu) e il misterioso chitarrista Apokteino. In particolare, da queste parti Faulk non si occupa solo di batteria e percussioni come nei Blood Incantation e nei Wayfarer, ma anche di chitarre, voci e tastiere, il che fa presupporre che questo progetto sia soprattutto suo.

Il songrwriting di Galdrum è ispirato in tutti i suoi quattro pezzi, e riesce a toccare sempre le corde giuste grazie a questa mescolanza di spunti e correnti, perché i ragazzi riescono ad attingere da tante fonti diverse senza mai suonare meramente referenziali. Forse essere nati dall’altra parte dell’Atlantico ha permesso al quartetto di metabolizzare in modo diverso il black metal europeo, perché Galdrum riesce a suonare al tempo stesso norvegese e svedese e americano, come se la band avesse operato un finissimo taglia e cuci di tanti elementi e li avesse riletti con una sensibilità propria. Brani spesso lunghi, con tastiere spesso in evidenza e addirittura dei cori (“Of Lore”) che mettono in primo piano l’influenza degli Emperor, melodie che invece sembrano prese di peso dalla Svezia di Dissection, Vinterland e Dawn, e poi up-tempo e cavalcate che potrebbero arrivare dalla trilogia dei Taake, tutti elementi che vengono sintetizzati perfettamente dagli Stormkeep e amalgamati con totale naturalezza.

Isaac Faulk passa con nonchalance dall’essere immerso da capo a piedi nella fantascienza con uno dei gruppi death metal più interessanti dell’ultimo decennio, al cantare di strade polverose e della frontiera del far west con i Wayfarer, per arrivare infine agli Stormkeep, al fantasy più duro e puro, con tanto di spruzzate dungeon synth qua e là. Non so come faccia, ma ha tutta la mia stima.