STOZHAR – Слава Перуну!
Gruppo: | Stozhar |
Titolo: | Слава Перуну! [Glory To Perun!] |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Stygian Crypt Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 34:05 |
Da quando è nata Aristocrazia e da quando collaboriamo con la Stygian Crypt Productions, ho avuto modo di recensire più volte dischi folk, viking, pagan metal (per esempio Folkodia, Folkearth, Fferyllt, Nordverg, Trelleborg e Grimner) e pur non essendo uno sfegatato del genere ho comunque quasi sempre trovato una nota positiva o qualcosa che riuscisse a non farmi disprezzare ciò che avevo all'orecchio, almeno fino a oggi.
L'etichetta russa ha inviato il secondo disco di tali Stozhar intitolato "Слава Перуну!" ("Glory To Perun!"), band a me ignota ma attiva sin dai primi anni del 2000, con le pubblicazioni del demo "Языческая Русь" nel 2005 e dell'esordio sulla lunga distanza "Ни Шагу Назад" nel 2013. Devo dire che per la prima volta sono rimasto alquanto deluso da una prestazione che — oltre a essere poco intrigante a causa di una canonicità spaventosa e di una prestazione vocale femminile alquanto irritante — non gode di nessun fattore definibile come consistente.
L'ascolto risulta purtroppo tedioso sin dalle battute iniziali di "Смелость И Честь" ("Courage And Honour"), con i volumi non perfetti a farla da padrone. La tastiera è dapprima troppo imponente, poi viene inghiottita in un impasto ammassato all'interno del quale si fa strada la voce rabbiosa del cantante-chitarrista Yarosvet, surclassata dall'ingresso di quella liricheggiante di Evgenia Vitlugina, per poi apparire di tanto in tanto come ridimensionata, non facendo altro che supportare — male — la sezione più ruvida e ferale del pezzo, non spalleggiando affatto quella melodica, praticamente gambizzata. Il gruppo fa decisamente meglio con la successiva "Воля К Свободе" ("Will To Freedom"), la canzone dall'animo più scarno ma pregevolmente intarsiata dal lavoro di violino è in fin dei conti piacevole, peccato che sia uno degli sparuti episodi in cui la strumentazione folcloristica trova il modo di rendersi realmente utile.
Ciò che viene a seguire è unicamente una serie di cliché, non sempre composti e interpretati in maniera tale da poter interessare l'ascoltatore, perdendosi in tanti déjà vu stantii che non invitano a riascoltare il disco, sofferente inoltre a causa di una produzione tutt'altro che brillante. Sinceramente credo che anche per un patito del filone sia difficile salvare "Слава Перуну!", pertanto evitatelo pure.