STREAMS OF BLOOD – The Descent To The Source Of Disorder
Gruppo: | Streams Of Blood |
Titolo: | The Descent To The Source Of Disorder |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Germania |
Etichetta: | ARTicaz / Ketzer Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 37:11 |
Gli Streams Of Blood sono una compagine teutonica attiva dal 2009 che ha sinora prodotto l'ep "Antilife" e questo suo primo album "The Descent To The Source Of Disorder". Si tratta di un'opera sulfurea e ortodossa legata ai classici stilemi del black metal: tirate al fulmicotone, fraseggi melodici taglienti e animo battagliero capace di trovare attimi in cui rifocillare le membra prima dell'ennesima ripartenza sparata. A dirla proprio tutta non c'è nulla di nuovo ed è questa la forza del disco.
Il riffato è esplosivo, il gruppo tira spesso dritto per dritto e nel suono ci sono un po' di Svezia e la carica di certe nette posizioni Endstille. Chiaramente rimanere volutamente impantanati nel fango della vecchia scuola è una scelta attitudinale. Si passa dal più classico dei mid-tempo scanditi in "The Sense" alle malsane scansioni in velocità di "Chaos Returns" e "New World Era", mentre sono fascinose l'aura sinistra sprigionata da "Speak With The Serpents" quanto l'alta fruibilità che percorre "Deepest Abyss Of My Soul" e "Final Journey".
Al lavoro insomma non manca davvero niente, ma come di frequente si usava dire nei giorni della "leva": "tutto a posto e niente in ordine". Questo detto calza a pennello su "The Descent To The Source Of Disorder", perché formalmente parlando la prova strumentale e quella vocale non hanno di che farsi rimproverare, sono cattive, marce e rappresentano perfettamente ciò che i blackster vogliono essere. Forse le dinamiche di sviluppo delle canzoni avrebbero goduto di una maggior varietà, tuttavia l'assalto venefico costante sembra compiacere le malsane intenzioni della band.
La pecca è quindi relegata all'ambito di una scelta di coerenza che annullante la ricerca di una propria personalità, a favore di una solidità e di una coscienza sonora che legano con forza la band alla visione classica dello stile. Molti potrebbero a esempio etichettare il disco come "un compitino ben fatto e nulla più", ma se non ci fossero gli operai quale cantiere andrebbe avanti?
La produzione è invece ben più che discreta, poiché permette soprattutto all'operato di batteria di sfogarsi irruento e la resa in generale è alquanto efficace. Non è pulitissima ed è anche giusto che sia così.
"The Descent To The Source Of Disorder" rispecchia la volontà di non scendere a compromessi che spinge questi tedeschi, quindi se siete dei famelici ascoltatori e acquirenti di musica che metta di lato ciò che è odierno a favore del passato, troverete negli Streams Of Blood degli alleati. In caso contrario evitateveli.