STRYNN – Alienation | Aristocrazia Webzine

STRYNN – Alienation

 
Gruppo: Strynn
Titolo: Alienation
Anno: 2014
Provenienza: Francia
Etichetta: Mortis Humanae Productions
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TRACKLIST

  1. Anthropophobia
  2. Sadistic
  3. Pyroclastic
  4. Obliteration
  5. Desolation
  6. Scourge
  7. Plague
  8. Perdition
  9. Reminiscence
  10. Anamnesis
  11. Jailed
DURATA: 01:04:02
 

I francesi Strynn debuttarono nel 2013 con un buon album black metal intitolato "Decadence", mentre sul finire del 2014 hanno rilasciato il loro secondo capitolo "Alienation": un disco che — pur possedendo degli spunti interessanti — sembra rappresentare il tentativo di compiere il classico passo più lungo della gamba.

Il quartetto composto da Anadrark (voce e chitarra), Dwimorberg (voce e chitarra), Arzhkrug (basso) e Obscurisis (batteria) si è arenato. I Transalpini hanno trovato solo in parte la maniera di sfornare un lavoro che a livello di atmosfere fosse misantropico, desolante, maligno, sfruttando un riffato dalle melodie sinistre, l'ingresso in scena di feedback tesi a infondere un tocco drone alla prova e variegando in un paio di situazioni l'incedere del brano in corsa; ciò ad esempio avviene in apertura di "Obliteration", nella quale appaiono scenari sonori al limite col doom, perdendosi però lungo un cammino sin troppo esteso e ingiustamente diluito che ne limita il rabbioso inveire.

La prestazione del gruppo è ortodossa, per non dire proprio quadrata, con il tremolo picking presente a più non posso all'interno di canzoni che vomitano odio e nelle quali fanno la loro comparsa gli influssi della Norvegia dei primi anni '90. La band in certi momenti sembra una versione scolastica-accidiosa degli Emperor fusa con i Gorgoroth che furono e  alterna a situazioni interessanti, racchiuse in episodi come "Sadistic", "Pyroclastic", "Scourge", "Plague" e lo strumentale "Anamnesis", frangenti di una monotonia scevra di fascino che minano la solidità della componente ambientale. A proposito di quest'ultima, sarebbe stato opportuno elaborarla meglio, conferendole maggior profondità e consistenza, in modo da avere un'ulteriore valvola di sfogo alla sola ira scaturita dall'ondata di black primordiale che a grandi linee delinea il tragitto.

"Alienation" è un album ben prodotto — e in tal senso c'è da evidenziare l'ottimo compito svolto in fase di missaggio e l'influente ruolo conferito al chiaramente udibile e apprezzabile basso di Arzhkrug — ma che di alienante ha davvero ben poco. Quello degli Strynn è un disco privo di fronzoli, spigoloso e grezzo quanto basta, che purtroppo lascia il tempo che trova.