SULPHUR – Omens Of Doom
Gruppo: | Sulphur |
Titolo: | Omens Of Doom |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Norvegia |
Etichetta: | Dark Essence Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 46:45 |
I Sulphur hanno ripreso i lavori, a distanza di ben sette anni dall'uscita di quel bel disco che era — e che è tuttora — "Thorns In Existence", con la pubblicazione del terzo atto discografico "Omens Of Doom", sempre per Dark Essence Records.
La formazione capitanata da Øyvind Madsen (Vulture Industries ed ex Deathcon) e nella quale milita da tempo Erick "Vrolok" Hæggernes (ex Aeternus, Gorgoroth e Deathcon) si ripresenta con un disco sicuramente ben fatto e particolarmente vario, ma al quale sembra mancare qualcosa e quel qualcosa sono i Sulphur. I Norvegesi attingono sapientemente dal panorama estremo black metal e death metal, bagnandosi ripetutamente in acque avanguardiste; esempio ne sono tracce dallo sviluppo interessante come "The Devils Pyre" e "Alt Svartner". Inoltre sono stati particolarmente attenti nell'utilizzo della componente melodica (provate ad ascoltare "The Force Of Our Fall") e delle rifiniture, come dimostrato dal bel lavoro solistico di chitarra di "Gathering Storms" e dall'altrettanto gradita partecipazione del piano in "Rise Of The Mushroom Clouds".
Cerco di essere il più chiaro possibile: non ho trovato difetti particolari né soluzioni fastidiose in scaletta. L'album scorre privo di intoppi, emanando una piacevole sensazione epica e quasi solenne in alcuni frangenti, mentre Thomas Skinlo Høyven è in perfetta forma dietro al microfono sia nei frangenti più maligni che in quelli maggiormente teatrali.
Ciò che mi lascia perplesso di "Omens Of Doom" è la sua minore volontà di osare, preferendo in più di un frangente essere volutamente debitore dei Vulture Industries; "Thorn In Existence" resta nettamente superiore per il sottoscritto. Che la mano di Madsen in entrambe le band sia fondamentale non vi è dubbio, che sia divenuta anche un marchio che le rende quantomeno riconoscibili nemmeno, ma trovo questa sorta di avvicinamento fra le due entità — oggi più netto che in passato — svantaggioso per questa creatura che potrebbe al limite rappresentare la faccia più estrema, compositivamente sconsiderata e meno raffinata di una lucente medaglia.
"Omens Of Doom" è un album superiore alla media, su questo non ho dubbi. In tutta sincerità però mi sarei atteso di più dai Sulphur, una sferzata energica dai toni magari ancora più oscuri (il riferimento ideale potrebbe essere la canzone che dà il nome al disco), tuttavia data la sua qualità non posso non suggerirvene l'ascolto. Si tratta sempre e comunque di buona musica.