Post-rock surreale nel debutto degli Svarta Stugan

SVARTA STUGAN – Islands / Öar

Gruppo: Svarta Stugan
Titolo: Islands / Öar
Anno: 2018
Provenienza: Svezia
Etichetta: WOOAAARGH
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TRACKLIST

  1. Islands III
  2. Islands Unknown
  3. Inner Space
  4. Islands V
  5. Islands I
  6. Islands II
  7. Prospects / Quatsi
DURATA: 40:37

Come sapete, in redazione abbiamo da poco chiuso il nostro 2018 con i classici listoni di fine anno, ma questo naturalmente non significa che abbiamo smesso di scavare nei meandri dell’anno appena trascorso. Proprio a metà dicembre, infatti, è uscito Islands / Öar, il debutto su LP del quartetto svedese Svarta Stugan (rifugio nero), pubblicato sotto l’ala della WOOAAARGH. In un certo senso, questa è proprio la prima sorpresa, non trattandosi di un lavoro dalle tinte hardcore o sludge, più frequenti per la casa tedesca (come avevamo visto, per esempio, con Marasme, Formalist o Ssanahtes); siamo, infatti, di fronte a un quartetto impegnato sul versante del post-rock strumentale dalle molteplici influenze.

Se c’è una cosa che, invece, è decisamente di casa per gli standard dell’etichetta è sicuramente lo stupendo lavoro grafico della versione in vinile, con la copertina realizzata da Hanna Eliasson (in arte Lupo Manaro) e la custodia interna opera del chitarrista del gruppo Henrik Toresson. Le immagini raffigurano surreali paesaggi montani, al centro il rifugio nero che dà il nome alla band e in lontananza un improbabile montone che scruta il panorama dall’alto. L’universo di riferimento appare quello di certo cinema sperimentale in bianco e nero, che ha sicuramente influenzato questo disco in termini sia di iconografia che di approccio musicale (penso, tra gli altri, a Dead Man di Jarmusch)

Parliamo, quindi, di musica: segnalo innanzitutto la curiosa scelta di mescolare i titoli dei brani con l’apertura affidata a “Islands III”, accompagnata addirittura da un video musicale interattivo (il pezzo fa da colonna sonora a un semplice sparatutto a scorrimento laterale, ovviamente in bianco e nero). Se avete presente lo stile degli Earth di Angels Of Darkness, Demons Of Light (“Inner Space”), immaginatelo con una spruzzata di Morricone, Glass e Badalamenti (non è un caso che la band abbia anche registrato una cover del tema di Twin Peaks), chiaramente senza dimenticare la struttura portante del gruppo, fatta di post-rock atmosferico alla Explosions In The Sky (“Islands Unkown”).

Abbiamo circa quaranta minuti di musica molto coinvolgente e, soprattutto, variegata, in cui ogni membro degli Svarta Stugan si occupa di più di uno strumento. Spicca, in particolare, l’uso di theremin, kora e oud da parte di Filip Bagewitz, suoni che si fanno sentire nelle pieghe di tutti i brani. Nel recente revival del post-rock strumentale non è assolutamente scontato che un gruppo così giovane (formato nel 2012) riesca a dare un’impronta personale tanto riconoscibile al proprio ventaglio di influenze (anche ingombranti). Con Islands / Öar i quattro hanno fatto il salto di qualità che ci si aspettava rispetto ai brevi lavori precedenti. A questo punto non mi resta che augurargli di raggiungere presto il resto d’Europa e del mondo, forti di un solidissimo LP di debutto che ci porterà nei luoghi sospesi tra realtà e fantasia immaginati nelle illustrazioni.