SYNDONE – Odysséas | Aristocrazia Webzine

SYNDONE – Odysséas

 
Gruppo: Syndone
Titolo:  Odysséas
Anno: 2014
Provenienza:   Italia
Etichetta: Fading Records
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TRACKLIST

  1. Invocazione Alla Musa
  2. Il Tempo Che Non Ho
  3. Focus
  4. Penelope
  5. Circe
  6. Ade
  7. Poseidon
  8. Nemesis
  9. La Grande Bouffe
  10. Eros & Thanatos
  11. Vento Avverso
  12. Ελευθερια
  13. Daimones
DURATA: 50:08
 

Tra le mie tante passioni, non può mancare quella del viaggio. Capirete quindi come un disco intitolato "Odysséas" susciti in me un fascino assolutamente unico, al punto da doverlo ascoltare per forza. L'opera di Omero è qualcosa di tanto complesso, che i torinesi Syndone hanno ben deciso di rappresentarla con le proprie tinte rock progressivo, le quali ricordano fortemente la nostra tradizione, a partire dalle Orme stesse. Intermezzi ritmati da componenti jazz, accuratissimi innesti orchestrali e un pianoforte-sintetizzatore che è presente in quasi ogni frangente faranno da assi per la nave del nostro viaggio attraverso le avventure di Ulisse.

Indiscutibilmente un disco che non perde occasione per estasiare: dal vibrato di Riccardo Ruggeri (accompagnato da un onirico arpeggio) de "Il Tempo Che Non Ho" agli scambi tra la batteria e le tastiere di Nik Comoglio (unico membro originario di questa band decennale) di "Nemesis" e "La Grande Bouffe". Questa "Odysséas" si tinge di tutta una serie di miraggi e visioni che fanno sognare, solo per poi schiaffeggiare con intensità nei momenti più strumentalmente complessi, al punto da far ricordare all'ascoltatore — attraverso tecnicismi e crescendo — che il viaggio è tutto fuorché una passeggiata per prati in fiore. La conclusione poi, rappresentata dalla speranzosa "Daimones", termina con un lieto fine che suggella il ritorno e la prosperità di un futuro scampato alle avversità.

Ottimi anche i testi, che con "Penelope" raggiungono l'apice in cui non si riconosce più la differenza tra canzone e poesia, coadiuvati da un'espressività canora semplicemente fantastica. Un po' meno i passi falsi in "Focus" e "Ade" in cui troviamo termini moderni ben poco consoni a un canto d'amore per il poema epico quale "Odysséas", ma in una visione d'unione tra classico e moderno, la scrittura di Ruggeri ha voluto spaziare anche a costo di dare questa sensazione leggermente fastidiosa. Pregevole pure la confezione in digipak del disco, con ambienti separati per libretto e cd, una bustina presente per contenere il secondo e una curiosissima copertina raffigurante l'opera "A Oriente" di Lorenzo Alessandri. In più, un testo introduttivo in italiano, inglese, francese e giapponese fa pensare alla dimensione internazionale che il gruppo meritatamente raggiunge.

Probabilmente non un disco per tutti, ma non c'è amante di rock progressivo di stampo italiano che dovrebbe farsi scappare un album quale "Odysséas".