TANKARD – R.I.B. | Aristocrazia Webzine

TANKARD – R.I.B.

 
Gruppo: Tankard
Titolo:  R.I.B.
Anno: 2014
Provenienza: Germania
Etichetta: Nuclear Blast
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TRACKLIST

  1. War Cry
  2. Fooled By Your Guts
  3. R.I.B. (Rest In Beer)
  4. Riders Of The Doom
  5. Hope Can't Die
  6. No One Hit Wonder
  7. Breakfast For Champions
  8. Enemy Of Order
  9. Clockwise To Deadline
  10. The Party Ain't Over 'Til We Say So
DURATA: 40:06
 

A due anni dall'uscita del piacevole "A Girl Called Cerveza", ci ritroviamo a trattare un nuovo disco dei thrasher di Francoforte. Questi sono fra i pochi musicisti che dopo un concerto a Dublino sono riusciti a farsi escludere dalla festa in loro onore. I buttafuori li hanno giudicati troppo ubriachi per permettere l'accesso.

L'inizio tranquillo di "War Cry" trae in inganno, infatti, dopo qualche secondo una secca raffica Thrash m'investe. Scopro con il passare delle canzoni che l'ampia offerta di ritmi e scale è una peculiarità di "R.I.B.". Le composizioni mi paiono più serie e brutali del solito e l'impetuosa voce di Gerre non permette repliche. Il primo accenno davvero festaiolo che richiede la partecipazione vocale del pubblico è il ritornello in "Riders Of The Doom", canzone di cadenza media e con screzi maestosi. Alla melanconica "Hope Can't Die" segue un uragano di metallo che con la sua ritmica concisa è un classico esempio di Thrash teutonico, a conferma del messaggio nel ritornello: «We are rolling thunder, no one hit wonder!». Il disco si chiude allegramente con "The Party Ain't Over 'Til We Say So", invitandovi ad aprire un'altra birra e a restare sintonizzati sul canale Tankard.

Il primo ascolto di "R.I.B." mi aveva reso un poco perplesso: avevo scoperto subito alcune note già sentite negli ultimi lavori e creduto che i Tankard copiassero spudoratamente se stessi. Ora mi rendo conto che il gruppo dopo trent'anni ha ancora piacere a cercare spunti per creare un suono pieno di carattere proprio. Questo disco è molto più vicino al classico Thrash teutonico che non al puro stile Tankard. Il suo tono è spesso aggressivo, l'allegria si trova più in copertina e nei testi che non nella musica. Che ciò sia l’effetto dei concerti suonati con Kreator e Destruction alcuni mesi addietro? Credo che la maggior parte degli ascoltatori sarà soddisfatta dell'acquisto.