TASSI (水树) – Northland I & II
Da un po’ non mi capitava di scrivere di un progetto post-black metal cinese, una scena ormai relativamente affermata con i suoi nomi di riferimento, come i Deep Mountains. Con Northland diamo il benvenuto sulle pagine di Aristocrazia alla one man band pechinese Tassi, nata dalla mente di Dryad, già fondatore dei Bliss Illusion 虚机.
I due dischi di Northland erano usciti separatamente in Cina proprio a inizio 2021, mentre la versione completa di cui trattiamo oggi è quella internazionale, pubblicata ad aprile dall’etichetta francese Anesthetize Productions. Dryad afferma che la data specifica del 10 aprile è stata scelta come buon auspicio in corrispondenza di una serie di eventi di rilievo mistico, come la festa del Re Drago (龙王) e la giornata del Buddha della Medicina (药师佛). Tassi è il bardo protagonista della storia raccontata in Northland, un viaggio tra i mondi, tra sogno e realtà, una sorta di Commedia dantesca (che Dryad ha infatti affermato di apprezzare molto).
Mentre i lavori targati Bliss Illusion davano una forte impressione di Alcest con caratteristiche cinesi e ponevano un chiaro accento sull’iconografia e mitologia buddhista, in quest’opera colossale di quasi due ore Tassi ci porta a spasso usando una serie di altre influenze e uscendo spesso e volentieri dal confortevole recinto del blackgaze. La colorata copertina di Alcide Nathanaël, illustratore noto soprattutto nell’ambiente dei tarocchi, dona un senso di elevazione interiore e avventura che bene anticipa il contenuto musicale.
Con Tassi verso Northland tra Alcest e Sigur Rós
La storia è liberamente ispirata alla relazione tra Dryad e sua moglie, nonché ad alcune composizioni precedenti dei Bliss Illusion, tra cui in particolare “Leave·Abhassara Deva”: seguiamo infatti il viaggio multidimensionale di Tassi alla ricerca di Uni, la sua persona amata. Fin dalle prime battute di “Uni (Intro)” capiamo subito chi c’è tra le influenze principali che Dryad ha voluto esplorare in questo lavoro personale, ovviamente senza dimenticare i maestri Alcest: i Sigur Rós. Tra l’altro, anche la lingua usata per gran parte dei testi di Northland è stata creata appositamente, mentre i titoli sono in cinese.
Dryad prende qui elementi musicali e filosofici da più parti, li mescola e reinterpreta per rappresentare i mondi attraversati da Tassi, la sua evoluzione spirituale verso la strada della saggezza. I momenti marcatamente riconducibili al black metal sono diradati e lo scream stesso è usato solo in frangenti specifici, e a mio avviso bisogna dire che le parti più riuscite e ispirate sono probabilmente proprio quelle meno black.
Chiaramente, come spesso succede con i doppi album di circa due ore, è difficile mantenere alta l’attenzione di chi ascolta con consistenza, eppure Northland resta un lavoro molto ambizioso e definito. Qualche tempo fa avevamo elencato alcuni consigli sulla musica cinese degli anni ’10, direi che con Tassi gli appassionati potranno iniziare a prendere nota anche per gli anni ’20.