TELEPATHY – 12 Areas
Gruppo: | Telepathy |
Titolo: | 12 Areas |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Inghilterra |
Etichetta: | Devouter Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 34:21 |
Uscita di grande spessore, nata sotto l'occhio attento di James Plotkin, per l'etichetta britannica Devouter Records, "12 Areas" si segnala come una delle opere più complete, interessanti e compiute di questo inizio d'anno. La materia trattata non è semplice, suonare con personalità musica "post", inventarsi qualcosa che non sia ridondante nel claustrofobico mondo dello sludge strumentale di oggi è impresa non da poco. Impresa che il quartetto da Colchester svolge con assoluta autorevolezza e grande capacità strumentale. Sono inevitabili gli echi di band quali Isis, Neurosis e l'allegra combriccola di "sludger" americani, ma se si considera che i ragazzi sono al primo full della carriera (e che hanno alle spalle solo un EP e poco altro) non si può far altro che ascoltare e complimentarsi.
"{Hypnos}" cattura fin da subito l'attenzione con i suoi rumori e il suo arpeggio dissonante, e funge da introduzione all'opera, che parte subito dopo in quinta marcia con le violentissime bordate di batteria di "Saccade", pezzo dal gusto molto "math" ed estremamente vario a livello ritmico. Dal labirinto percussionistico che i Nostri disegnano emergono le distorsioni delle chitarre, violente al punto giusto, in un equilibrio di suoni che non verrà mai meno in tutto il disco.
Le pennellate d'oscurità di "Saccade" proseguono senza soluzione di continuità nell'incipit di "Cystine Knot", brano reso greve da una linea ritmica ben scandita e cadenzata e da un riffing pesante e pestato come mai nel resto dell'opera. Un momento di quiete e un arpeggio portano al finale, in cui, fra i corposi riverberi, viene fuori tutta l'anima "post" della band. "Sleepwalker" parte con un paio di minuti di velata noise e si rivela la canzone più riflessiva del lotto, forte di un perenne, seppur arzigogolato, midtempo e di un sound nel complesso meno cupo rispetto ai suoi vicini.
Passando per l'andamento sghembo e drammaticamente dispari di "Breath / Motion", i cui movimenti fanno pensare a un certo modo di riffare sincopato tipico di band quali i Gojira, si arriva alla scarica di distorsioni e di noise di cui è composta "{Deluge}", brano interlocutorio il cui unico scopo è di portare l'ascoltatore verso l'epilogo del disco. "To Kiss The Oceans Floor" chiude l'opera e si rivela essere il pezzo più azzeccato del lotto, una sorta di summa poetica di quanto sentito nel resto dell'album, impressioni dolcemente post-rock alternate a scariche elettrizzanti.
"12 Areas", per concludere, non è un disco semplice, ma è un disco che si rivela un poco alla volta all'ascoltatore ostinato, un disco che invita a immergersi e a lasciarsi trascinare dalle diverse correnti che lo muovono. Con un esordio del genere, dai Telepathy è lecito aspettarsi un futuro brillante.