TEMPLE OF BAAL – Lightslaying Rituals
Gruppo: | Temple Of Baal |
Titolo: | Lightslayng Rituals |
Anno: | 2009 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Agonia Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 40:24 |
Terzo disco per la black metal band francese dei Temple Of Baal, che vanta in formazione componenti di Glorior Belli, Antaeus e Hell Militia. "Lightslaying Rituals" arriva a distanza di quattro anni dal suo predecessore "Traitors To Mankind", lasciando intendere sin dalle prime note che il gruppo è più vivo che mai.
Si tratta di un album che non lascia molto all'immaginazione, poiché si verrà da subito avvolti da un vero e proprio assalto costante e battente. I brani difatti puntano spesso sulla velocità e chitarre prestanti e fiere. Nei rallentamenti trovano spazio il groove e richiami più death metal e profondi, permettendo di guadagnare molto in incisività grazie al lavoro personale perfetto dietro le pelli di Antares, che dona vivacità ai brani.
Ascoltando "Triumph Of Heretic Fire", se non fossi sicuro di essere all'ascolto dei Temple Of Baal, potrei pensare di aver messo su i Marduk del periodo "Nightwing", con in più il fattore pestato-cadenzato che spezza l'andamento, rendendo la traccia più scorrevole e meno monolitica. Il modo in cui rivivono atmosfere black congiunte alla folle aggressione death porta una ventata di freschezza ai vari episodi: "Angstgeist" è un vero e proprio manifesto rabbioso, le cui liriche hanno visto la collaborazione di Infestuus (Glorior Belli) e Amduscia (chitarra-voce) come autori; la più death "Hate Is My Name" ha un piglio semplice ed efficace, mentre "Poisoned Words" è maliziosamente accattivante con la sua atmosfera decisa, compatta e incentrata sul groove. Un altro brano interessante è la conclusiva mazzata "Blessing Of Blackfire", la cui prova vocale è probabilmente fra le migliori di questo disco, oltre a godere di un riffing melodico e maligno; la sua quiete viene poi spezzata da un assalto in velocità che la fa divenire robusta e incalzante.
"Lightslayng Rituals" è sicuramente un buon disco per ripresentarsi sulla scena, diretto, ben suonato e ricco di spunti interessanti. La produzione è opera degli Hybreed Studios e di Andy Guillottin, mentre la grafica è stata elaborata da MKM, già autore di copertine per Antaues e Aosoth. Riprova di valore per questa band: chi avesse già avuto a che fare con loro, troverà conferma del lavoro svolto sinora; chi si accingesse a conoscerli per la prima volta, avrà fra le mani un album piacevole che possiede le giuste carte per farsi apprezzare.