Terminal Nation / Kruelty - The Ruination Of Imperialism | Aristocrazia Webzine

TERMINAL NATION / KRUELTY – The Ruination Of Imperialism

Gruppo: Terminal Nation / Kruelty
Titolo: The Ruination Of Imperialism
Anno: 2022
Provenienza: U.S.A. / Giappone
Etichetta: 20 Buck Spin
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TRACKLIST

  1. Terminal Nation – Curators Of Brutality
  2. Terminal Nation – Sacrificial Capital
  3. Terminal Nation – Embalmed Crucifix
  4. Kruelty – Suppression
  5. Kruelty – Under Your Pressure
DURATA: 25:14

The Ruination Of Imperialism è il secondo split dell’anno targato 20 Buck Spin. Se il primo ha coinvolto i nostrani Bedsore e i giapponesi Mortal Incarnation, ora è il turno degli statunitensi Terminal Nation e dei Kruelty, anch’essi giapponesi.

Aprono le danze i tre brani del quintetto di Little Rock, Arkansas. Attivi dal 2014, i Nostri nel corso del tempo hanno abbandonato le sonorità legate al fastcore-powerviolence delle origini (lo stesso moniker del gruppo a naso mi sembra un omaggio agli Infest), spostandosi verso un suono via via sempre più massiccio e influenzato dal death metal, in un continuo divenire che ha raggiunto il suo culmine con Holocene Extinction (20 Buck Spin, 2020). Ora i Terminal Nation innalzano ulteriormente l’asticella della brutalità sonora, abbracciando uno stile che ricorda molto gli Xibalba californiani — di cui gli Tzompantli sono una costola — pur senza rinunciare a un tocco personale. Il gruppo suona lento e pesante, pescando a piene mani dal bagaglio del death novantiano che, opportunamente rallentato, diventa la base da cui lanciarsi in incursioni a tutto tondo. Agli accenni industrial di “Curators Of Brutality” e sludge di “Embalmed Crucifix” si affianca una vena hardcore che riaffiora periodicamente, come nei cori di “Sacrificial Capital”, episodio in cui compare come ospite Tatami dei Kruelty.

Anche la formazione di Tokyo è un quintetto e, nonostante sia in circolazione da non più di cinque anni, ha rilasciato una quantità importante di uscite minori, oltre all’album A Dying Truth (Profound Lore Records / Daymare Recordings, 2020). I nipponici riescono, se possibile, a essere ancora più brutali e feroci della loro controparte statunitense, in quanto non si fanno il minimo problema a schiacciare il pedale dell’acceleratore quando necessario. I due brani dei Kruelty sono infatti contraddistinti da un continuo alternarsi di sezioni dominate da un death-doom vecchia scuola e improvvise sfuriate hardcore che picchiano veramente duro, come nella conclusiva “Under Your Pressure”, in cui il growl di Stan dei Terminal Nation aggiunge ulteriore pesantezza.

Entrambe le formazioni stanno lavorando a nuovi album che vedranno la luce nel corso del prossimo anno, per cui potrebbe non essere del tutto errato considerare The Ruination Of Imperialism come una sorta di assaggio. Un antipasto deliziosamente marcio, sufficientemente vario da catturare l’attenzione dell’ascoltatore e che lascia molto ben sperare per il futuro, oltre a confermare le potenzialità dei due progetti.