Terrordome - Straight Outta Smogtown | Aristocrazia Webzine

TERRORDOME – Straight Outta Smogtown

Gruppo: Terrordome
Titolo: Straight Outta Smogtown
Anno: 2021
Provenienza: Polonia
Etichetta: Selfmadegod Records
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TRACKLIST

  1. Terrorizing The Nation As The Best Way To Thwart Shameful Schemes
  2. Possessed By Blyat
  3. Worried Again
  4. Steel On The Road
  5. Plastic Death
  6. Your Personal Comfort Versus The Global Disaster
  7. Desordem E Regresso
  8. Into The Void
  9. Ego-Boost Downfall
  10. Money Kills
  11. Demolition
  12. I Don’t Care
  13. Conspiracy
  14. The Day They Left Their Graves
DURATA: 40:31

«1986 / L’anno in cui sono nato / Torniamo indietro all’USSR / Dove tutto è iniziato»: si apre con questi versi “Possessed By Blyat”, la prima traccia vera e propria (dopo l’introduzione) di Straight Outta Smogtown dei Terrordome, e già ci sarebbero tonnellate di cose da dire. L’anno è quello dell’incidente avvenuto alla centrale nucleare di Černobyl’ il 26 aprile. Sebbene siano numerose le band che si sono cimentate nell’argomento, il gruppo di Cracovia lo lega a due temi molto cari: l’autoritarismo in tutte le sue forme (dall’Unione Sovietica a Bolsonaro) e i disastri ecologici causati dall’uomo. La formazione polacca ci parla dell’attualità con i toni della protesta sociale, ma anche con un pizzico di irriverenza, aspetto che emerge anche solo dal titolo del brano appena menzionato: il russo «сука блять» è traducibile più o meno come «fottiti troia», un insulto diventato popolare grazie a quei giochi online con un nutrito pubblico che parla russo, che sembra indicare il desiderio della formazione di far vanto della sua appartenenza alla sfera dell’Europa dell’est. Il 1986 però potrebbe avere anche un secondo significato che non è riportato nel testo, ma che diventa palese, lampante, nel momento in cui si sposta l’attenzione dalle parole alla musica: il 1986 e gli anni limitrofi rappresentano l’era d’oro del thrash, un periodo nel quale sono stati pubblicati molti degli album che i Terrordome, a giudicare dalla loro musica, devono avere amato e che devono aver avuto un impatto fondamentale sull’album che stiamo trattando.

Con un titolo che fa il verso a Straight Outta Compton, il debutto degli N.W.A. (fondamentale crew hip-hop della West Coast), Straight Outta Smogtown è il seguito di We’ll Show You The Mosh, Bitch! del 2011 e di Machete Justice del 2015, uscito di prepotenza l’anno scorso come una vera e propria apologia del crossover tra thrash metal e hardcore nelle sue varianti più granitiche. I Terrodome hanno infarcito il loro suono delle caratteristiche tipiche del genere, senza mai allontanarsi dal seminato, ma suonando duri e senza pietà. Brani come “I Don’t Care” e “Disordem E Regresso” sono stati creati solo con l’intento di sferrare colpi diretti ad alta velocità, e ci riescono. Non mancano aperture melodiche o tentativi di arricchire dal punto di vista tecnico i pezzi (come accade ad esempio in “Money Kills”), ma presi questi quaranta minuti tutti in un colpo si ha l’impressione di scontrarsi con una mole fragorosa di ferocia, portata al massimo del suo potenziale da una produzione che ne esalta la potenza senza sembrare laccata. Pur mantenendo questa tendenza, quasi tutte le tracce presentano veri e propri ritornelli, spesso composti da poche parole urlate a squarciagola. Purtroppo, si arriva alla fine dell’ascolto con l’impressione che i Terrordome abbiano abusato di questa soluzione, quasi come se si fossero resi conto della necessità di un elemento più accessibile per fare da contraltare al loro suono prepotente e granitico.

Straight Outta Smogtown suona come una versione esasperata della denuncia sociale tipica del thrash tirata alle sue estreme, folli, conseguenze. A conti fatti, mi domando se si possa davvero chiamare esasperata la narrazione della band, quando essa si focalizza, magari non sempre mantenendo integro il suo leit-motiv, sugli effetti del surriscaldamento climatico ormai inevitabili, sulle derive autoritarie sempre più popolari anche ben oltre la loro Europa (la già citata “Disordem E Regresso”), ma anche sugli effetti più intimi di questo scenario, come la perdita di amici a causa di deliri cospirazionisti (“Conspiracy”, appunto), la fiducia immeritata riposta nella religione (“Demolition”) oppure il puro e semplice egocentismo (“Ego-Boost Downfall”).

Sebbene per la nostra società il tempo sia agli sgoccioli, sono sicuro che chi sguazza nel thrash-crossover, specie se disinteressato a qualsiasi tipo di novità, potrà dedicarsi con piacere a Straight Outta Smogtown, un album che ci ricorda che il periodo d’oro del thrash coincideva con l’emergere di molti dei problemi della nostra epoca. Un’epoca che in effetti faceva un po’ schifo.