THE CHRONICLES OF ISRAFEL – A Trillion Lights, Tome II
Di ritorno da un trip psicologico ed emotivo non indifferente, il vostro è qui per parlarvi della causa di quest'ultimo, ovvero l'album "A Trillion Lights, Tome II" dei The Chronicles Of Israfel. Si tratta del secondo volume, come suggerito dal titolo, di una promessa trilogia che Dominic Cifarelli propone con il suo progetto, un percorso iniziato con la pubblicazione del primo capitolo intitolato "Starborn, Tome I" risalente a ormai nove anni fa con lo scopo di raccontare la vita del protagonista Israfel e narrarci del suo viaggio all'interno della propria esistenza, alla ricerca di un sé stesso migliore.
Il percorso interiore del nostro protagonista comincia con "Colors Of The Energy Construct", una breve intro strumentale dal sapore molto folk che viene superata immediatamente da una furiosa e aggressiva "Goddamned", che non lesina assolutamente sulla melodia né sullo sperimentalismo e finirà solamente con una tre volte tanto lunga "The Turning Of Heavens". Quest'ultima merita un commento in più, in quanto è — per complessità, carica emotiva e per la sua duplice possibile funzione nella scaletta — una traccia che ha destato il mio interesse: ho parlato di duplice funzione perché, trattandosi di un concept album, essa è inevitabilmente la canzone che conclude la storia raccontata all'interno di questo lavoro, eppure forse più di tutte le altre (anche per la sua natura totalmente strumentale) si rivela essere molto intrigante, anche slegata dal contesto nel quale è inserita e per il quale è stata concepita. Tornando ora all'intero "A Trillion Lights, Tome II", la quasi totale assenza di soluzione di continuità all'interno disco — maggiormente evidente tanto fra "Nightmare", "Spirit Carousel" e "Life I Know" quanto tra le successive "Hatred In My Heart", "Violet Empress (Last Love)" e "Greet The Sun" — rende l'ascolto di questi sessantacinque minuti complessivamente molto scorrevole. La durata dei pezzi si mantiene generalmente assestata intorno ai quattro minuti, variando da un minimo di due (con l'intro e la penultima "Incendia"), fino alle più lunghe "I Remember" (di quasi otto) e la già citata e discussa "The Turning Of Heavens".
Ciò che la band canadese offre è in definitiva classificabile sotto il termine-ombrello di «Progressive», eludendo ugualmente i confini del singolo genere e appropriandosi e utilizzando elementi dei relativi filoni Rock e Metal. Le sonorità ricordano quelle dreamtheateriane e quelle devintownsendiane, senza farsi mancare influenze non indifferenti provenienti tanto dal Folk quanto dall'Elettronica, molto reminiscenti dello stile compositivo eclettico e sperimentale tipico invece degli Ayreon. Obiettivamente Cifarelli e la band mettono a disposizione del pubblico un amalgama di generi che supera la semplice gradevolezza per i più, tanto quanto per i meno, avvezzi a questo tipo di musica; basti pensare a pezzi come "Goddamned", "In Ruins" o alla titletrack "A Trillion Lights".
Ebbene, se come me siete alla ricerca di vie di fuga dalla realtà, di spunti per viaggiare con la mente e ancora di più di dischi che vi offrano pezzi emozionanti, se vi piacciono i concept album o se avete il pallino per le trilogie, il viaggio di Israfel raccontato in questo "A Trillion Lights, Tome II" è un percorso consigliato caldamente agli amanti del Progressive ma non solo! E ora non ci resta che attendere il terzo tomo della saga per scoprire come andrà a finire questa storia.