THE DEVIL’S BLOOD – The Thousandfold Epicentre
Secondo disco — e secondo capolavoro, è inutile che io stia qui a procrastinare il mio giudizio — per i nederlandesi The Devil's Blood. Sono passati ormai due anni da quel debutto stratosferico che portava il nome di "The Time Of No Time Evermore" e grazie al quale la band stava iniziando a essere notata in maniera attenta dagli appassionati del genere. Il sound dei ragazzi non è cambiato particolarmente, se non per il fatto che in questo nuovo album è stata accentuata e ampliata l'occulta carica espressiva che traspare dalle note di queste composizioni.
I riferimenti temporali non sono alterati rispetto al passato: pezzi come "On The Wings Of Gloria", "Within The Charnel House Of Love" e "Fire Burning" (quest'ultima con tanto di fugace apparizione di Hammond) ripresentano infatti quei ritmi intensi e meravigliosamente settantiani, molto influenzati da quella spinta demonico-esoterica musicata antecedentemente da monumenti come Coven e Black Widow. Ciò che si è evoluto rispetto al debutto è il senso melodico, decisamente superiore alla media, sfoderato dai The Devil's Blood in questo nuovo album. Questa caratteristica, insieme a un'attitudine Rock di inequivocabilmente infernale provenienza, impreziosisce notevolmente canzoni come "Die The Death" (impossibile che quel ritornello non si stampi in testa al primo ascolto), "The Thousandfold Epicentre" e "The Madness Of The Serpents"; queste ultime per movenze potrebbero ricordare il capolavoro presente nel disco precedente che porta il nome di "Christ Or Cocaine". Episodi come "Cruel Lover" e "She" sfoggiano invece una diabolica e lussuriosa leggiadria che mostra la perfezione degli incastri tra le parti puramente Rock e le sporadiche apparizioni di quella venatura metallica che porta inevitabilmente a pensare al movimento NWOBHM. Prendono un po' le distanza dal resto invece "Everlasting Saturnalia" e la lunghissima e conclusiva "Feverdance": la prima è intima e toccante, la seconda regale e altisonante, ma entrambe assumono la forma di ballate dai toni psichedelici (oserei dire di chiara matrice Pink Floyd) e attitudinalmente legate a lievissimi retrogusti Blues.
Ancora una volta, la voce così tremendamente serpeggiante e appagante di F. miete vittime a non finire, qualunque sia il frangente in cui viene utilizzata. Non posso dunque che elogiare ancora questi ragazzi che hanno fatto dell'Heavy-Rock e dell'occultismo un vero e proprio stile di vita. Pur proponendo un sound non certo di giovane età, i The Devil's Blood hanno la capacità innata di far sembrare freschissime le loro idee, quasi come se la buona Jinx Dawson fosse ancora alle primissime armi con i suoi Coven. Se dunque avete amato "The Time Of No Time Evermore", quasi sicuramente amerete anche questo nuovo parto.
L'Arte è un dono raro: i The Devil's Blood ne fanno evidentemente buon uso, ora sta a voi valorizzarla oppure lasciarvela beceramente scappare!