THE DROWNING – Senescent Signs | Aristocrazia Webzine

THE DROWNING – Senescent Signs

 
Gruppo: The Drowning
Titolo: Senescent Signs
Anno: 2016
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Casket Music
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TRACKLIST

  1. Dolor Saeculi
  2. Broken Before The Throne
  3. Betrayed By God
  4. Never Rest
  5. At One With The Dead
  6. House Of The Tragic Poet
  7. Dawn Of Sorrow
  8. When Shadow Falls
  9. The Lament Of Faustus
DURATA: 01:06:39
 

«The light that fades behind your eyes
Reveals the grieving march of time»

Non c'è posto sul pianeta Terra che abbia avuto la sfortuna di non ricevere il magico tocco pieno di male del doom metal. Oggi ci spostiamo a Cardiff per trascorrere un po' di tempo in compagnia dei The Drowning, band di cinque elementi che tocca il traguardo del quarto album con "Senescent Signs". Il loro è un doom influenzato da dark e death metal e il risultato è un sound per il quale credo che praticamente tutti qui in redazione potrebbero avere un debole.

Ho inserito il disco nel lettore e l'intro "Dolor Saeculi" mi ha dato il benvenuto nel suo confortevole abbraccio con un pianoforte contornato da atmosfere tristi e malinconiche. Una deprimente, disarmante dolcezza interrotta, quasi bruscamente, dalla successiva "Broken Before The Throne" e dal suo death metal fatto di growl e riff cadenzati e taglienti. Aggressività e calma, disperazione e rassegnazione si abbracciano, si alternano, si respingono vicendevolmente man mano che i brani si susseguono. È di nuovo una lunga, melodica intro a presentarmi la successiva "Betrayed By God", un inno disperato, quasi gridato da un'anima sofferente:

«No justice
Redemption
Not for us
A powerless Christ
Abandons my bride
False promises
Falsely worshipped
He had no cure».

Nove minuti e mezzo di cambi di tempo e accordi portanti che variano, che trovano il proprio successore nella solennità di "Never Rest", anch'essa ben farcita di sfumature stilistiche, bellissimi intervalli melodici e death metal in abbondanza. Uno dei brani più complessi di "Senescent Sings", da questo punto di vista.

"At One With The Dead" è il pezzo più breve dell'album, si apre con una chitarra solista che ritroveremo anche sul finale e in generale si mantiene su un melodic death-doom più classico, intervallato da notevoli effetti. "House Of The Tragic Poet" narra una storia di tormenti, di rimpianti, di pensieri rivolti al cosa avrebbe potuto essere, e tutto ciò è musicalmente espresso con una batteria che si mantiene su un tempo lento e scandito, prima, e che si lancia in un'accelerata che sembra quasi l'esalazione di un ultimo respiro, poi.

A chiudere il disco è infine la tripletta formata dai vari assoli e dall'intermezzo lirico con voce femminile e maschile di "Dawn Of Sorrow", da "When Shadow Falls" con le sue armonie finali e dal pizzico di letteratura contenuto in "The Lament Of Faustus", brano ispirato all'opera teatrale di Christopher Marlowe.

"Senescent Signs" è un ascolto consigliato a tutti coloro che sguazzano felici nel doom e/o si riconoscono in band quali Anathema, Paradise Lost e così via; anzi, più che consigliato direi quasi obbligato. Sicuramente si tratta di un disco che mi accompagnerà anche nei primi mesi del 2017.

«And when I lay my soul to rest
Be at my vigil for my life's last test»