THE GREAT OLD ONES – Tekeli-Li
Nel 2012 intervistai Sébastien dei transalpini The Great Old Ones e definii il gruppo «una promessa che potrebbe divenire al più presto una conclamata realtà». Oggi, a distanza di due anni dal debutto Al Azif, si ripropongono con basi rafforzate, che ne hanno sorretto le fondamenta in passato, animati dalla stessa passione viscerale per il maestro di Providence H.P. Lovecraft (passione trasmessa anche nelle foto promozionali in cui lo scrittore statunitense diviene parte integrante della loro realtà) e maturati sia nel modo di comporre i mezzi che nelle capacità espressive e raffigurative.
Il nuovo album intitolato Tekeli-Li è stato incentrato sull’opera “Le Montagne Della Follia” (1931) e se tanto mi dà tanto era doveroso quantomeno attendersi una prestazione inquieta, densa, ricca di sensazioni contrastanti e atmosfere ancestrali: di certo un’impresa non facile da compiere, ma i francesi ci sono riusciti. Al cospetto del buon lavoro svolto nella stesura del primo disco, si ha sin dall’approccio iniziale — assicurato dall’impetuosa, melodica ed estraniante “Antarctica” — l’impressione che stavolta il dipinto sonoro mentalmente elaborato dal gruppo abbia ricevuto una cura e una definizione superiori sia nell’impostazione generale che nei particolari. Le pennellate ambientali espanse attraversate da armonie sinistre e le sfuriate in accelerazione animose e stridenti vanno a disegnare uno scenario irrequieto e in perenne lotta fra il sopirsi e incatenare l’udito o travolgerlo prepotentemente; questo conflitto alimenta la furia e l’ingannevole calma apparente papabili in episodi come “The Elder Things” e lo strumentale “The Ascend”.
La musica dei The Great Old Ones fa intendere che nessun tipo d’anima viene rifiutata: sia essa di spirito aggressivo o docile e di vissuto eterno o mortale poco importa, le note prima ipnotizzeranno e poi inghiottiranno in un vortice emotivo che non prevede via d’uscita. È un gorgo di dimensioni smisurate all’interno del quale il naufragare è una costante inalterabile.
La compagine francese ha compiuto un passo in avanti importante, Tekeli-Li è paragonabile a un’avanzata decisa, una progressione che si fa notare anche attraverso un lavoro di produzione adesso maggiormente affine allo stile musicale, un disco che si candida a rimanere nello stereo per molto, molto tempo e che sicuramente troverà un posto all’interno delle collezioni degli amanti del genere.