THE HOWLING VOID – Nightfall
Gruppo: | The Howling Void |
Titolo: | Nightfall |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | U.S.A. |
Etichetta: | Solitude Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 01:02:53 |
È la terza volta che mi trovo a scrivere dei The Howling Void e sin da ora affermo che il progetto solista di Ryan Wilson nell'ultimo periodo non mi aveva particolarmente esaltato. L'appiattimento della proposta constatato in "The Womb Beyond The World" non mi è andato giù, mentre l'esplorazione del lato folk del mini "Runa" è stata apprezzabile come tentativo, ma ha comunque lasciato l'amaro in bocca, poiché sembrava una scelta avulsa dal contesto in cui lo statunitense si muove abitudinariamente, una divagazione un po' fine a se stessa, così come dimostrato dal quarto lavoro intitolato "Nightfall", dove non vi è alcuna traccia di quelle soluzioni.
Perché Ryan è tornato sui suoi passi? Ha voluto forse puntare sul sicuro per non correre rischi? Onestamente non lo so proprio, di sicuro quest'ultima fatica ci consegna il funeral doom sinfonico-melodico al quale eravamo stati abituati, con un paio di accorgimenti però che fanno pensare a una presa di coscienza della situazione di stallo in cui il musicista si era venuto a trovare. L'esposizione sonora si presenta ancora più emotiva e languida nei suoni rispetto al solito, mantenendo quella forma estremamente ciclica, ampia e distesa che ne ha caratterizzato i lavori passati, ma stavolta pare che lo scenario sia volutamente meno abissale e tetro, con le sparutissime intrusioni di voce, più sospirate che cantate, preposte ad aumentarne i toni già di per sé riflessivi e intimi.
Le atmosfere create dall'album sono appaganti, permettono all'animo di collassare in maniera dolce grazie alla suadente interazione delle armonie di chitarra e dell'ottimo ed esteso tappeto di sintetizzatori teso a innalzare flebili quanto incantevoli mura grigio-perlacee. Il quadro che viene dipinto dalle correnti ambient portanti si sposa perfettamente con il lato prettamente metallico, possedendo in questa occasione sia equilibrio che capacità comunicativa, entrambe qualità che in "The Womb Beyond The World" erano quasi del tutto assenti, penalizzando, standardizzando e appiattendone eccessivamente il corso; pecca che un disco del genere difficilmente riesce a farsi perdonare.
"Nightfall" segna essenzialmente una risalita della china da parte di un artista che si era un po' affossato da solo, è un album che per impostazione e stile si rivolge agli appassionati del funeral doom solitario e cromaticamente tutt'altro che acceso, pronto a supportare una ritirata da ciò che li circonda, dando loro una dimensione nella quale rifugiarsi alla ricerca di sé o di un momentaneo e rilassante oblio in cui perdersi. Qualunque sia la ragione che possa motivarvi all'ascolto, vi suggerisco di assecondarla, perché trascorrerete dei bei momenti.