THE LUMBERJACK FEEDBACK – Mere Mortals
Sembra proprio che i post-metallari francesi amino sperimentare con leggere variazioni sulla struttura “tipica” di una band: dopo gli Ingrina, è il turno dei The Lumberjack Feedback, quintetto strumentale di Lilla con doppia chitarra e doppia batteria. Mere Mortals è il loro secondo lavoro ed è un’ottima commistione strumentale di generi i cui confini sono diventati sempre più sbiaditi nel corso degli ultimi anni. Doom, sludge, post-hardcore e compagnia bella però ci piacciono, per cui non è il caso di partire prevenuti.
Con una proposta del genere — quasi cinquanta minuti di musica strumentale su queste coordinate stilistiche, qualcosa che di primo acchito rimanda ai Pelican, ma con un dovuto ridimensionamento — la necessità di mantenere alta la soglia dell’attenzione assume un ruolo cruciale. Da questo punto di vista i cinque ragazzi si difendono bene, riuscendo a variare senza tuttavia mettere troppa carne sul fuoco: i solchi si susseguono con facilità passando dall’incalzante “Kill! Kill! Kill! Die! Die! Die!” alla sciamanica “New Order (Of The Ages)”, erigendo strutture sonore imponenti e stratificate che non fanno sentire la mancanza di una voce a suggellare il tutto.
Abbiamo citato in apertura le doppie percussioni, inevitabilmente l’elemento che incuriosisce maggiormente ancor prima di mettersi all’ascolto. Le due batterie di Nicolas Tarridec e Virgil Chaize, però, non vanno mai sopra le righe e si “limitano” a fornire una base monolitica e mai banale, in cui scelte ritmiche interessanti si sposano con le dinamiche ottenute nel mix. Queste, insieme alle melodie (e alle badilate) di basso e chitarre, rendono Mere Mortals un lavoro cesellato e ricco di particolari che richiede l’obbligo morale di un ascolto in cuffia per essere apprezzato al meglio.
Fare post-metal strumentale nel 2019 è sicuramente un’arma a doppio taglio, viste l’abbondanza di gruppi pressoché sovrapponibili tra loro e la natura della proposta, che rischia di essere relegata a mero sottofondo o, nel peggiore dei casi, di annoiare a morte l’ascoltatore casuale e di passare inosservata. Quella dei The Lumberjack Feedback è un’opera che merita di essere approcciata con la giusta attenzione per coglierne il valore: da parte nostra, tanti pollici in su per i cugini francesi.