THE MORE I SEE – Tread The Darker Path
La band inglese nasce per volontà del chitarrista Graham "Gizz" Butt, live session per formazioni come Prodigy (sì quelli di Howlett e Flint) e Sabbat connazionali. Con all'attivo già due album e vari cambi di formazione in questo 2010 rilasciano il terzo lavoro dal titolo "Tread In A Darker Path", un album moderno e ben suonato che potrebbe esser accostato a certe cose dei Grip Inc., del purtroppo deceduto Gus Chambers, o ai Nevermore per l'approccio melodico e heavy caratterizzante a più riprese il mood delle tracce, così come troverete collegamenti al suono di Metallica e Maiden. Vecchio e nuovo corso s'incontrano e si piacciono a quanto pare.
Tanto groove thrash di facile fruibilità, ma di più che discreta qualità compositiva esaltato dalla vena ispirata di "Gizz" in fase di riffing e dal cantato di Pete Ellis che, giocando sornionamente con la sua vocalità al limite in certi punti del commerciale più andante, sfrutta questa importante chiave d'acchiappo a vantaggio della band. Ciò che vi ho descritto è riscontrabile in un episodio come "The Siege Is On", mentre alquanto diverse invece si presentano "What Is Worse Than The Truth" e "Soul On Action" molto più reattive e prestanti anche in fase solistica, mettendo in risalto la bravura delle asce con assoli ben confezionati.
Le ultime due canzoni in scaletta sono cover, una dei Prodigy, la stranota "Smack My Bitch Up", in versione metallizzata, ma che poco si discosta dall'originale, l'altra dei Maiden, "Wicker Man", singolo che scandì il ritorno sulla scena degli Iron con Dickinson dietro al microfono e i The More I See dimostrano di trovarsi pienamente a proprio agio nel riproporla.
L'unica pecca di questo "Tread The Darker Path" è il fatto in sé che non ci farà ascoltare roba nuova bensì otto pezzi a cui è stata fornita veste ripulita, chi infatti conosce l'album precedente "The Unholy Feast" si renderà da subito conto che le tracce proposte son riprese da lì, il cambio però di mezza line-up, cantante, compreso, ha portato anche una ventata di freschezza valorizzandone al meglio le potenzialità già di base più che discrete.
Il reparto ritmico batteria e basso composto da Harry Wright e James Cluer si comporta egregiamente nel supportare il riffato producendosi in una prestazione che, oltre al possedere una propensione a spingere quando può e deve, si mostra elaborata quanto basta.
La produzione curata da vecchie volpi come Andy Sneap e Scott Atkins è pulitina, adatta alla tipologia di suono che pone in risalto le chitarre, ma equilibrato in modo da non subirne l'esuberanza.
Gli old schooler probabilmente saranno riluttanti davanti a questa visione aperta del metal, tuttavia se non foste fra quelli che amano la solita minestra riscaldata o i milioni di cloni Exodus, Testament et similia una chance a questa band e al "Tread In A Darker Path" potreste pure darla.